Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
«Certamente è uno stratagemma e una provocazione. Se la questione è se l'Ucraina sia pronta ad osservare o no il cessate il fuoco, Putin dirà: "Vedete, ve l'ho detto, questa gente merita di essere sconfitta"», spiega Michael Ignatieff, professore di Storia alla Central European University di Vienna.
«Ma c'è anche un altro aspetto, l'interpretazione culturale. Putin sta dicendo: "Siamo un solo popolo, perché abbiamo una sola fede, la nostra religione è iniziata a Kiev e tutti i credenti ortodossi dovrebbero vivere in un solo Stato".
IL PATRIARCA KIRILL CON VLADIMIR PUTIN ALLA VEGLIA PASQUALE
Nella sua dichiarazione del cessate il fuoco, Putin afferma che "ci sono credenti da ambo le parti": questo riferimento apparentemente innocente è un aspetto centrale della sua narrazione. La realtà è che, benché ci siano credenti da ambo le parti, la Chiesa ucraina è separata da quella ortodossa di Mosca e quest' ultima è una spudorata apologeta dei crimini di guerra di Putin. Gli ucraini non si faranno ingannare e nemmeno il mondo».
In che modo Putin usa la religione?
«Nella sua narrazione la Russia cristiana ortodossa è iniziata a Kiev quando San Vladimiro si convertì; tornando all'VIII e IX secolo, c'era "una fede per un popolo", per cui l'Ucraina non esiste ed è un'invenzione del periodo sovietico; Lenin diede uno Stato all'Ucraina e questo spazzò via mille anni di "un popolo, una fede".
Kirill, il leader della Chiesa ortodossa in Russia, ci crede davvero: crede che i luoghi santi di Kiev siano i luoghi santi della sua fede e dovrebbero trovarsi in uno Stato chiamato Russia, non Ucraina. Gli ucraini ortodossi però vogliono che la loro Chiesa sia governata in Ucraina, proprio perché non vogliono una Chiesa che difenda la distruzione del loro Paese».
A chi si rivolge Putin?
«Si rivolge soprattutto ai russi: ricorda che questa è una autocrazia unita alla Chiesa e ciò rafforza la sua legittimità di autentico portavoce del Paese. Ma si rivolge anche agli ucraini di lingua russa, una minoranza dei quali sono ortodossi che riconoscono il patriarca di Mosca. Cerca di alimentare divisioni. Ci sono molti giochi - e alcune difficoltà per gli ucraini. Non c'è dubbio che siano furiosi perché a Natale e Capodanno sono stati bombardati e ora Putin vuole una tregua.
vladimir putin alla veglia di pasqua a mosca 2
Ma l'altro loro problema è che al fronte la situazione è estenuante. Non so cosa faranno, ma la mia opinione è che tutto sommato, nonostante la falsità della narrazione di Putin, potrebbe essere nel loro interesse strategico e militare osservare una tregua di 36 ore, per dare ai loro ragazzi una pausa».
Gli Usa non vedono segnali di vera apertura di Putin alla pace in questo cessate il fuoco. Dicono che appoggeranno Kiev finché sarà necessario ma evitano di dire fino alla «vittoria». Perché?
«Gli americani devono evitare trappole come dire a persone che rischiano la vita che dovrebbero negoziare con chi li bombarda e li uccide. Spetta agli ucraini decidere cosa vogliono e fino a che punto sono pronti ad arrivare.
Per me la questione non è se debbano mirare alla vittoria o no, questo verrà deciso sul campo di battaglia. Nessuno lo sa. Tutti sono colpiti da quello che gli ucraini hanno fatto finora, nessuno però - nemmeno gli ucraini - sa quanto a lungo si possa sopportare di vivere senza luce e riscaldamento, perdere figli e figlie al fronte. La vera domanda è quanto possono resistere, perché i russi non crolleranno».
Perché non crolleranno?
«Per quanto incompetenti e criminali, sono 150 milioni di persone contro un Paese di 50 milioni. I russi possono assorbire enormi misure punitive, non perché lo voglia la gente comune ma perché è una questione di sopravvivenza del regime. Il regime deve combattere fino a una posizione in cui può sostenere di aver vinto, altrimenti cadrà. Non finirà presto. I russi hanno appena subito forti perdite di truppe nei bombardamenti degli Himars: questa potrebbe essere un'altra ragione per cui vogliono la tregua, spostare le truppe, riorganizzarle. È un incubo per i russi ed è un incubo per gli ucraini».
il patriarca kirill con putin 2 La chiesa di Tutti i Santi della Lavra di Svyatogorsk, nel Donetsk, bombardata dai russi