Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
Non sarebbe la prima né l'ultima volta. Nella storia della medicina si contano migliaia se non milioni di fughe di microrganismi dai laboratori. «Non stupirebbe trovare la prova che il Sars-CoV-2 sia uscito fuori inavvertitamente dal centro di Wuhan dove si studiano i coronavirus. Nessuna misura di contenimento, anche la più sofisticata, può azzerare il rischio».
Maurizio Pocchiari, ex direttore del dipartimento di neuroscienze dell'Istituto Superiore di Sanità, si è occupato per anni di Creutzfeldt-Jakob, malattia causata da un prione (agente infettivo di dimensioni più piccole dei virus), che nel 2001 ha colpito l'uomo con una variante umana passata a noi dai bovini affetti da Bse, meglio nota come «Mucca pazza».
Il presidente Joe Biden ha chiesto ai servizi segreti di raddoppiare gli sforzi e preparare un nuovo rapporto sull'origine del Covid-19. Il virus può essere uscito da un centro di ricerca?
«Nei centri di ricerca, anche in quelli ad altissima sicurezza, i cosiddetti P3 e P4, non è impossibile che un agente patogeno contamini l'operatore. Nel caso del Sars-2 non è fantascienza ipotizzare che durante una procedura un tecnico abbia inalato le particelle infette emesse, tanto per fare un esempio, durante la fase di centrifugazione di materiale infetto e che le cappe, nonostante siano dotate di chiusura ermetica, non fossero state azionate».
Crede che la Cina abbia nascosto la verità?
«Può darsi che l'episodio non fosse noto alle autorità. Un ricercatore che, supponiamo, dopo qualche giorno abbia sviluppato una forma influenzale, potrebbe non aver messo in relazione quei sintomi con un incidente a lui passato inosservato. La verità è difficile da ricostruire e mi riporto alla variante di Creutzfeldt-Jakob».
Tre persone sono morte di variante, due in Francia, una in Italia. Ricercatori...
«Sì, tre ricercatori. Di almeno due dei 3 casi siamo certi. Uno è stato descritto su New England Journal Medicine . Si parla di esposizione occupazionale in un tecnico che aveva maneggiato campioni di topo contaminato con l'agente infettivo che causa l'encefalopatia spongiforme bovina, la Bse, o con quello della variante di Creutzfeldt-Jakob. Poi sappiamo di una 24enne francese morta 19 mesi dopo essersi tagliata. E indossava due paia di guanti».
E la vittima italiana?
«Nell'articolo inglese c'è un accenno alla storia di una paziente morta nel 2016 con la variante. Aveva avuto contatti in laboratorio con materiale infetto di Bse o variante di Creutzfeldt-Jakob, ma non si è mai capito come possa essersi contaminata. È la conferma che tante volte nei rendiconti dei laboratori non si trova traccia di incidenti proprio in quanto possono passare inosservati anche al ricercatore».
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