1 – GIOELE E VIVIANA, IL PROCURATORE CAVALLO: «SONO MORTI NELLO STESSO POSTO, APERTE TUTTE LE PISTE»
il procuratore di patti angelo cavallo sul luogo dove sono stati ritrovati i resti di gioele
Carlo Macrì per www.corriere.it
Viviana Parisi e il figlio Gioele Mondello sono morti nello stesso posto. Ne è convinto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che indaga sulla morte della dj e del bimbo di 4 anni dopo il ritrovamento dei resti ossei, di un paio di scarpette blu, brandelli di una maglietta e di un pantaloncino.
«Ma oggi c’è un lavoro che bisogna fare — afferma il procuratore — si devono valutare per prima cosa i possibili tragitti della signora, del bambino, dei terzi, di animali. Dalla zona dove abbiamo rinvenuto i resti, percorrendo 50-60 metri di boscaglia, si arriva ad un sentiero che potrebbe essere collegato al traliccio, ma è un’area con vegetazione fitta. Trai due luoghi in linea d’aria c’e’ una distanza di circa 300 metri».
L’ex carabiniere
VIVIANA PARISI E IL PICCOLO GIOELE
Il dottor Cavallo ci tiene però a rivolgere un tributo a chi ha ritrovato il corpo del piccolo Gioele: «Ringrazio Pino Di Bello, questo ex carabiniere che è una persona fantastica — dice il procuratore —. Non solo ha svolto quest’opera di ricerca per trovare il corpo - ha aggiunto - ma poi nonostante fosse stanco e grondante di sudore è rimasto altre 4 ore con noi. L’ho visto personalmente strisciare sotto passaggi alti 30 centimetri tra i rovi e ci ha indicato un altro posto dove potevano essere altri resti che abbiano rinvenuto. Lo ringrazio molto.
giuseppe di bello, il carabiniere in pensione che ha trovato i resti di gioele
Già nei giorni precedenti eravamo stati contattati dai familiari che ci avevano chiesto la possibilità di poter fare delle ricerche volontarie. Noi abbiamo dato subito una disponibilità di massima perché eravamo convinti che le ricerche si dovessero concentrare in quel posto. Più persone erano presenti maggiori era la possibilità di trovarlo. A noi interessava il risultato».
Il viaggio e i dubbi
Le uniche certezze, afferma il procuratore, riguardano «il tragitto fatto da Viviana Parisi e dal figlio Gioele, il 3 agosto scorso, da casa al momento dell’incidente, sulla A20». Su questo, afferma: «Riteniamo che sia stato tutto accertato».
il punto dove sono stati trovati i presunti resti di gioele
Restano invece tutti gli altri interrogativi: «In questo momento tutte le ipotesi sono aperte — dice — o una morte contestuale o in momenti separati. Dobbiamo verificare. Le risposte più importanti arriveranno dagli accertamenti medico legali e grazie alla collaborazione di altre professionalità».
Una cosa il procuratore si sente di escludere: i contatti di Viviana con sette. «Stiamo analizzando le celle di aggancio della zona sia quello che c’era sul tablet e nel cellulare della signora — conclude — Ma Per ora non ci sono risultanze su chiamate telefoniche. Si è parlato di sette ma non è cosi».
la distanza tra il luogo del ritrovamento e quello dell incidente
2 – GIUSEPPE DI BELLO, L’EX CARABINIERE CHE HA TROVATO I PROBABILI RESTI DI GIOELE: «BISOGNAVA RAGIONARE COME UN BIMBO DI 4 ANNI RIMASTO DA SOLO»
Carlo Macrì per www.corriere.it
Daniele Mondello Viviana Parisi e il figlio Gioele
Cercatore di funghi, conoscitore della montagna, Giuseppe Di Bello, l’ex brigadiere dei carabinieri di 66 anni che ha trovato i probabili resti di Gioele, ieri mattina era uno dei tanti volontari che avevano aderito all’appello di Daniele Mondello, papà del piccolo. «È stato un dono di Dio», ha detto.
Poco prima di incamminarsi verso la montagna al Corriere ha raccontato:
«Sono molto pratico di questa montagna. La zona è impervia. In basso è tutta macchia mediterranea e rovi fitti, ma salendo diventa più problematico».
Era difficile quindi orientarsi per Gioele?
«Uno deve ragionare come un bambino di 4 anni. Trovandosi solo, se la madre fosse morta prima, e con le tenebre, il bambino guarda la luna, tenta di ascoltare un rumore, cerca di notare una luce. Si allontana. Non torna certo verso l’autostrada perché ha subìto un trauma, visto che c’era stato un incidente».
Quali sono i pericoli di questa montagna?
«Ci sono molti maiali selvatici di proprietà, ma non tutti vengono presi e quelli che rimangono allo stato brado per uno, due anni di-ventano selvatici. Possono attaccare l’uomo, in particolare le scrofe se hanno i cuccioli e sentono il rischio, sono pericolosi».
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