Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
VOLODYMYR ZELENSKY AL FRONTE TRA I SOLDATI
Il rimpasto di Zelensky, secondo il presidente di Eurasia Ian Bremmer, serve soprattutto a «formare una squadra di governo più compatta, allo scopo di sostenere il “piano per la vittoria”, che definirà le condizioni per chiuderela guerra».
Perché ora?
«In realtà Zelensky voleva farlo da circa un anno, ma aveva bisogno che la situazione politica interna lo consentisse, a partire dai voti in Parlamento. Alla prossima Assemblea Generale dell’Onu porterà una folta delegazione, e ha bisogno di avere in carica la leadership per discutere con Biden e gli altri alleati il suo piano per gestire questo momento critico della guerra».
antony blinken con dmytro kuleba a kiev
Come mai ha sostituito Kuleba?
«Conosco abbastanza bene il ministro degli Esteri, molto rispettato dall’Occidente. Però penso che Zelensky lo considerasse troppo indipendente, per gestire questa fase».
E gli altri?
«Ha chiesto le dimissioni del ministro della Giustizia e il capo delle industrie strategiche. Queste sono posizioni che soprattutto in Ucraina preoccupano per lacorruzione, ma non ho visto alcuna prova o qualsiasi affermazione al riguardo».
Zelensky dice che deve rafforzare il rapporto con l’Occidente.
«Penso voglia un’amministrazione con cui si senta personalmente a suo agio, nel momento in cui sa che la guerra sta diventando sempre più difficile da combattere».
[…] Cosa prevede il “piano per la vittoria” che Zelensky porterà a Biden?
volodymyr zelensky a burgenstock, in svizzera, per il summit sulla pace
«Significa che è sempre più disponibile a parlare di come sarebbe un’eventuale fine della guerra, e come si arriverebbe a congelare il conflitto. Sa che non può continuare a combattere come negli ultimi due anni. Questo è in parte il motivo dell’offensiva aKursk, cioè avere più influenza per un eventuale negoziato.
Capisce che dopo le elezioni americane ci sarà molta pressione a questo riguardo. Vede quanto sta accadendo in Germania e in altri paesi europei, mentre nel Sud globale e in Cina c’è sempre stata opposizione.
Penso che quando parla di un piano per la vittoria non si riferisce alla resa, ma comprende che non sarà in grado di riprendersi tutto il territorio ucraino e vuole discutere le condizioni a cui è possibile fermare i combattimenti.
Quindi il sostegno economico, diplomatico e militare da parte dell’Occidente, necessario per arrivare a quell’obiettivo».
Congelamento del fronte, senza concessioni territoriali?
«Ad un certo punto, ciò dovrà fare parte del processo».
E come possono aiutare gli occidentali?
«Fornire le armi per consolidare il fronte e Kursk. Poi sarà necessario un certo livello di garanzia della sicurezza, affinché i russi non possano riorganizzarsi per poi cercare di prendere altra terra all’Ucraina. Quindi la vera domanda è come si possa assicurare che Kiev goda di questa protezione, senza una piena adesione alla Nato. Su ciò si sta svolgendo il negoziato».
carro armato ucraino nella regione di kursk