1 - GLI ARRESTI MENTALI
Filippo Facci per "Libero quotidiano"
Il sadico stupratore Alberto Genovese (non è solo un’accusa: ci sono le prove video) ha lasciato il carcere ed è agli arresti ospedalieri per seguire un «percorso di disintossicazione dalla cocaina». Ci risiamo con questa cazzata della disintossicazione da cocaina, che non esiste, come sanno i medici e come dovrebbero sapere i giudici: la cocaina non dà dipendenza fisica, ma solo psichica; non esiste una cura intesa come «disintossicazione», per smettere basta smettere, punto, anche se il cosiddetto «down» depressivo che ne segue- ansia, confusione, apatia e aggressività - piacevole non è.
Ma dura poco, e Genovese l'ha già sicuramente assorbito in galera. A paragone, dànno molta più dipendenza l'alcol o la semplice nicotina (per non parlare di altre droghe pesanti) perché entrano in circolo e quindi l'assuefazione è prettamente fisica. Il cocainomane, invece, pensa banalmente che tutto ciò che gli succede sia legato al fatto che assume cocaina, e lo stesso cocainomane, una volta che ha smesso, pensa che tutto ciò che gli succede sia legato al fatto che non la assume più: è questa la dipendenza.
Quindi dicano che il carcere si deve scontare dopo un processo, che Genovese ha garantito il pagamento dei risarcimenti, delle spese di giustizia, delle sanzioni, delle tasse evase e soprattutto che dovrà tenere un braccialetto elettronico in attesa del processo: ce lo faremo bastare.
2 - IL DIRITTO DI GENOVESE A CURARSI
Da "Posta e risposta" di Francesco Merlo - "la Repubblica"
Caro Merlo, Alberto Genovese, quello di Terrazza sentimento, uscirà dal carcere per farsi curare in una clinica specializzata per le tossicodipendenze. Non so se anche gli altri tossicodipendenti reclusi possano usufruire dello stesso privilegio. Inoltre, le chiedo: il soggiorno nella clinica sarà pagato dallo Stato o sarà a carico di Genovese?
Margherita Smeraldi - Venezia
Risposta di Francesco Merlo
La cura non è un privilegio, ma un diritto. E vale per tutti, anche per Genovese, che dopo 9 mesi a San Vittore, andrà ai domiciliari, non in una clinica di lusso, ma in una struttura pubblica, la comunità Crest di Cuveglio. Concluse le indagini, il processo per stupro è vicino e non c'è ragione di continuare a curare in carcere, vale a dire molto male, una tossicodipendenza.
alberto genovese sarah borruso
E però io nelle sue righe leggo, cara Smeraldi, il brutto sentire comune che vorrebbe far morire in cella ("buttate via la chiave"), e prima del processo, chi è accusato di delitti orribili. È una pulsione oscura e primitiva che va tenuta a bada con la riflessione e con l'aiuto della civiltà diffusa: in Italia non è facile. La forza della Giustizia è il distacco: ha sempre bisogno di una distanza e mai deve confondersi con la rabbia, che è comprensibile ma non può ispirare il codice penale né consentire che il castigo diventi delitto.
ALBERTO GENOVESE DANIELE LEALI