Val.Err. per “il Messaggero”
Dovrà affrontare un altro processo, per rivelazione del segreto d'ufficio, Luca Palamara, l'ex consigliere del Csm finito al centro dello scandalo sul cosiddetto mercato delle toghe e già a giudizio per corruzione. Accanto a Palamara, sul banco degli imputati, il prossimo 19 gennaio, siederà anche Stefano Rocco Fava, ex pm di Roma, oggi giudice al Tribunale di Latina. I due, secondo l'accusa, avrebbero rivelato ai giornalisti di due quotidiani «notizie d'ufficio che sarebbero dovute rimanere segrete».
LE ACCUSE
Fava, «con l'aiuto e l'istigazione» di Palamara, avrebbe rivelato a due cronisti di avere predisposto una misura cautelare, in un procedimento a lui assegnato nei confronti dell'avvocato Piero Amara per autoriciclaggio, e che l'allora procuratore Giuseppe Pignatone «non aveva apposto il visto» alla richiesta. I due sono invece stati prosciolti dall'addebito di avere rivelato che, nel corso delle perquisizioni per lo stesso procedimento, «Fava aveva recuperato documentazione» che coinvolgeva la società Napag, l'Eni e Amara. Palamara è stato inoltre prosciolto dall'accusa di avere istigato l'ex pg della Cassazione Riccardo Fuzio (già assolto in abbreviato) a rivelargli l'arrivo al Csm di un esposto presentato da Fava su Pignatone.
RICCARDO FUZIO SERGIO MATTARELLA
Nello stesso filone, invece, Fava sarà processato per essersi abusivamente introdotto in un applicativo del ministero della Giustizia, acquisendo i verbali d'udienza e la sentenza di un procedimento «per ragioni estranee» a quelle d'ufficio. Secondo l'accusa, voleva avviare una campagna mediatica ai danni di Pignatone e dell'aggiunto Paolo Ielo.
Il gup ha poi disposto il rinvio a giudizio di Fava per avere acquisito atti per promuovere un procedimento disciplinare nei confronti di Pignatone ed eseguito una raccolta di informazioni per screditare Ielo. Dopo l'udienza, Palamara ha espresso soddisfazione per il fatto che siano cadute le principali accuse. «Sulla residua imputazione - ha aggiunto - il dibattimento servirà a fare luce sulla mia estraneità». L'ex consigliere del Csm ha anche annunciato che sottoporrà la sua vicenda giudiziaria alla Corte europea dei diritti dell'uomo.