Massimo Pisa per la Repubblica -Estratti
(..) le carte dell’inchiesta documentano le relazioni pericolose di Luca Lucci, al di là delle sue liaison mondane con Fedez o Emis Killa. Di mafiosità, il “Toro” era circondato.
A cominciare da alcuni dei suoi fedelissimi, onnipresenti nei suoi incontri e nei suoi affari. C’è Antonio Rosario Trimboli, compare d’anello di Domenico Papalia, compare di Domenico “Panazza” Sergi, sposato a una Perre: e bastano i cognomi per squadernare l’araldica della ’ndrangheta di San Luca. C’è Rosario Calabria, anch’egli vicinissimo ai Papalia e ai Marando.
Gianluca De Marino e luca lucci
E c’è quell’Alex Cologno, al secolo Islam Hagag, ormai noto come guardia del corpo di Fedez — lo aveva accompagnato la settimana scorsa a Parigi prima di essere arrestato — e presente a Platì la scorsa estate alla cresima di Trimboli: posterà, orgoglioso, le foto su Instagram. Amicizie che potevano giustificare certi timori. Come la dichiarazione di fede consegnata a Francesco Intagliata, uomo del direttivo interista, che gli contestava un vecchio episodio, «come ti sei comportato con... con i calabresi!». Il “Toro” si era giustificato: «Tu lo sai, che questi qua sono la mia famiglia».
Disinvolte frequentazioni. Come l’incontro col capo del Gruppo Rione Sanità salito da Napoli a chiedere biglietti per la finale di Champions 2023: l’appartenenza camorrista di Gianluca De Marino e della sua famiglia («Sono stato il primo in Italia condannato per associazione, mio fratello è a Opera») non soltanto è nota, ma apprezzata: «Sono scelte vostre, scelte giuste», ribatte Lucci. Che è troppo sveglio per non sapere di essere braccato, prima e dopo la scoperta delle cimici che lui continua a cercare ossessivamente, anche quando convoca gli amici per una tavolata in compagnia: «Ci avranno già fatto il ristorante — lamenta — ambientalizzato!... Sì... 100%». A ragione.
luca lucci e il film sugli ultras pagato dalla curva sud
Criminali di provato pedigree sono anche i nemici giurati di Lucci. Come Nazzareno Calaiò, narcotrafficante da poco condannato a 17 anni, e Giancarlo “Sandokan” Lombardi, che un tempo divideva col “Toro” lo scettro della curva. Il giorno della festa scudetto del Milan nel 2022, è Francesco Lucci a cacciarli di persona dal piazzale antistante la sede rossonera:
«Davanti a tutti — lo racconta Francesco Intagliata — e gli ha detto: tu non sei più ben accetto in Curva sud!… Pesantissima la cosa! ». Motivo? Calaiò «a me voleva tagliare la testa — ricorda Luca Lucci — nel 2019! dice che ci deve tagliare la testa già lì!!! A me! E tu ti presenti con lui?».
Di più, Lombardi aveva sostenuto la scalata in curva di Domenico Vottari, appartenente all’omonima ’ndrina, e provato a riprendersi il secondo anello blu del Meazza approfittando del penultimo arresto di Lucci: «Sai quante ne ha combinate quel ragazzo?».
Lo stesso “Toro” combinava e brigava. Taglieggiando gli “spaltisti”, i bibitari che dovevano consegnargli parte dell’incasso e imponendo i suoi prezzi ai bar e i suoi uomini nelle cooperative. Ma progettando anche un futuro imprenditoriale dal volto pulito. Con Fedez, come abbiamo già letto. E con i franchising di tatuaggi e barberia. «Questi negozi diventeranno una miniera d’oro», vaticinava Lucci. Sognando di uscirne, come il suo idolo Michael Corleone.
giancarlo lombardi e luca lucci servizio di federico ruffo per report ultra milan francesco lucci LUCCI E I SUOI FEDELiSSIMI ultra milan luca lucci e christian rosiello