Da corriere.it
L’Unilever paga i suoi dipendenti per 5 giorni alla settimana, ma li fa lavorare soltanto 4. Almeno, nella sua sede in Nuova Zelanda. La società olandese-britannica, titolare di 400 marchi tra i più diffusi nel campo dell’alimentazione e dei prodotti per l’igiene (dal tè Lipton al sapone Dove), ha deciso di iniziare la sperimentazione della settimana corta proprio dai suoi 81 dipendenti presenti nello stato insulare dell’Oceania.
Dopo 12 mesi, Unilever analizzerà la produttività della filiale neozelandese e se i risultati saranno positivi si dice pronta a estendere la settimana lavorativa di 4 giorni a tutti i suoi 155.000 dipendenti sparsi sul globo terrestre.
L’obiettivo è riuscire a concentrare i doveri lavorativi di una settimana in soli 4 giorni, ma restando negli orari di lavoro tradizionali. “Se si finisce per lavorare 4 giorni con orari molto più lunghi allora non abbiamo raggiunto lo scopo”, ha detto al Financial Times Nick Bangs, amministratore delegato di Unilever in Nuova Zelanda. “Si tratta di cambiare radicalmente il nostro modo di lavorare”, ha concluso.
La mossa del gruppo è tra gli sforzi più ambiziosi finora compiuti per testare una pratica lavorativa che, secondo i sostenitori, rende i lavoratori più felici, più in salute e - prima cosa che interessa a un’azienda - più produttivi.
La Unilever non è la prima azienda al mondo a sperimentare la settimana lavorativa di 4 giorni. Da almeno due anni si contano diversi esperimenti da parte di grandi aziende, anche se i critici sostengono che un giorno in meno di lavoro settimanale manderebbe molte aziende in perdita.
Non la pensa così Microsoft, che ha dichiarato che la produttività dei dipendenti è aumentata quando, per il mese di agosto dello scorso anno, ha offerto una settimana di 4 giorni al suo staff in Giappone, Paese dove notoriamente gli orari di lavoro sono tra i più lunghi al mondo.
Nick Bangs, che sta pensando di togliersi il mercoledì o il giovedì, spezzando di fatto la settimana lavorativa, ha detto di essersi ispirato ad Andrew Barnes, fondatore di Perpetual Guardian, una società neozelandese di pianificazione immobiliare.
L’uomo era balzato agli onori della cronaca nel 2018, quando aveva dichiarato che l’aver dato ai suoi 240 dipendenti un giorno di ferie a stipendio pieno alla settimana per due mesi aveva portato a un così grande aumento della produttività da rendere il cambiamento permanente.
Da allora Barnes ha creato un gruppo no-profit per promuovere la settimana di quattro giorni e a maggio il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern ha suggerito che tali misure potrebbero rafforzare il turismo interno.
Secondo Nick Bangs, la pandemia ha scosso il tradizionale pensiero sulle dinamiche del lavoro. “Immaginiamo un futuro di lavoro ibrido, in cui le persone potrebbero trascorrere un paio di giorni in ufficio e due o tre giorni a casa o lavorare a distanza”, ha detto Alan Jope, amministratore delegato della Unilever.
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