Raimondo Bultrini per la Repubblica
Durante le sue visite negli Stati Uniti, il premier indiano Narendra Modi deve essere rimasto impressionato dalla Statua della Libertà nel grande porto di New York. Sia stata l’intuizione mistica di un religioso ultraortodosso o un preciso calcolo economico, fatto sta che durante il weekend natalizio Modi è andato sul mare arabico di fronte alla metropoli di Mumbai a inaugurare con una semplice cerimonia rituale la posa della prima pietra di una statua che diventerà il doppio e più di quella simbolo dell’America. Non è un caso che la figura scelta è un eroe simbolo del nazionalismo indu, che ha combattuto tutta la vita i musulmani.
È un gigante di bronzo di 192 metri, in assoluto il più alto al mondo se vedrà la fine, e ritrae un cavaliere con la spada sguainata a cavallo, un ex imperatore d’altissima casta marathi dell’India del XVII secolo di nome Shivaji alla cui figura il premier si è detto «particolarmente ispirato», anche se potrebbe alienargli ulteriormente le simpatie dei musulmani. Per aggiungere realismo, alla cerimonia c’erano anche i pronipoti del condottiero, o presunti tali.
Per ospitare il grandioso complesso che dovrebbe essere pronto nel 2018, verrà creato di diporto un’isolotto a 1 km e mezzo dalla Marina di Mumbai, una sfida all’effetto serra e alle disponibilità di cassa dello Stato. Nelle intenzioni del governo indiano si ripagherà da sola con l’afflusso di turisti l’enorme spesa calcolata in 36 miliardi di rupie, 530 milioni di dollari che supera di gran lunga i costi di ogni megastatua del mondo, i Buddha di Laykyun Setkyar in Birmania (158) e dello Spring Temple in China.
Ma intanto gli stessi artisti – un padre e un figlio esperti di iconografia ufficiale - si sono detti preoccupati sul come reperire le 1700 tonnellate di bronzo necessarie a ricoprire il calco in fibra di vetro già ideato e ricreato al computer in 3D. La difficoltà dell’impresa è nota a Modi già da quando nel suo ruolo di capo del Gujarat progettò la seconda statua più alta del mondo – 9 metri meno di Shivaji - dedicata al primo viceministro dell’India Sardar Vallabhbhai Patel. Ancora oggi, a due anni dalla prevista consegna, non si sa da dove arriverà il bronzo vista la continua crescita di committenti per busti e figure intere di ogni personalità dell’Asia e del mondo.
La “sculturomania” non è certo una novità nell’India che possiede milioni di riproduzioni del Mahatma Gandhi e del meno conosciuto ma celeberrimo leader dei fuoricasta dalit indiani B.R. Ambedkar, senza contare gli eroi folcloristici locali, i poeti e filosofi antichi come Thiruvalluvar, piazzato con una base di marmo a frangere le onde della estrema punta meridionale del Continente.
Ma Narendra Modi ha voluto superare tutti in altezza, compreso il mito Gandhi che non appartiene alla sua stessa parrocchia, e ha pensato che in fondo oggi, in questo mondo insicuro, serve un guerriero con la spada sguainata più che un predicatore o – men che meno– un poeta. L’unico dettaglio poco chiaro nelle spiegazioni tecniche distribuite generosamente dall’ufficio social network media del governo, è la direzione verso la quale sarà puntata la spada dell’ex imperatore Shivaji.
narendra modi giornata mondiale dello yoga 2015 7
Per ora basta sapere che il condottiero originale vinse numerose battaglie soprattutto contro i sultanati moghul giunti dal medio oriente e fu tra i primi a commerciare nel XVII secolo con le truppe inglesi tranne minacciarle militarmente se non stavano alle sue regole. Ma non sarà per questo che la statua di Modi- Shivaji farà parlare di sé il mondo.