Patrizia De Rubertis per “il Fatto quotidiano”
"Sì, pronto?". "Buongiorno, vorrei un ta.". "Sono Enrico Brignano da Roma, volevo ricordarvi che dal 12 settembre vi aspetto al cinema con il mio film. Ah!, ma voi volete un taxi? Allora restate in linea che ve lo cerco subito". E giù con la solita musichetta improbabile, in attesa di parlare con un vero operatore.
Questa è la surreale telefonata che da una settimana sono costretti a subire tutti i clienti di una centrale radio taxi di Roma, la Pronto Taxi, quando chiamano per prenotare un' auto bianca. Si tratta una pubblicità-audio della durata di 22 secondi che scatta sempre e che obbliga gli utenti a subire diverse fasi che vanno dalla negazione, alla rabbia passando per la desolazione.
Tutto va abbastanza veloce, ma l' impatto è di quelli che stordiscono. Prima ci si rende conto di essere stati presi in giro, quando a quel "Pronto?" non si fa in tempo a rispondere, dal momento che si viene bruscamente interrotti dal seguito del promo. Poi, c' è la fase della rassegnazione: aspettare pazientemente che lo spottone termini.
E, alla fine, per i clienti che non hanno riattaccato pensando di aver sbagliato numero - o che non hanno accettato di "subire" la nuova strategia di marketing - scatta la fase della rabbia: si è perso del tempo ad aspettare qualcosa che non si è scelto di ascoltare in attesa, invece, di usufruire di un servizio di trasporto pubblico.
Che, notoriamente, deve andare veloce perché si ha sempre fretta di raggiungere la stazione, l' aeroporto o di arrivare in tempo a una riunione che si trova dall' altra parte di una città inghiottita dal traffico. Così, se già risulta snervante passare al telefono interminabili minuti mentre si è intrattenuti da iper abusate musichette, come la Quattro stagioni di Vivaldi, Per Elisa di Beethoven o Con te partirò di Bocelli - che per la cronaca prevedono dei compensi che i centralini aziendali devono pagare alla Siae per il diritto d' autore - essere costretti a subire l' ascolto di una pubblicità, di cui non è stata dichiarata la presenza, risulta una pratica odiosa e poco trasparente.
Il ricordo va alle forme di pubblicità occulta sui social network utilizzate dagli influencer, Chiara Ferragni in testa, fino a quando nell' estate 2018 l' Autorità della Concorrenza e del Mercato ha imposto l' uso di hashtag specifici (#ad e #adv) per rendere più chiara la partecipazione ad attività sponsorizzate. Quindi: soldi che gli influencer percepiscono. E anche nel caso della promozione del film di Brignano l' Authority ha avviato delle verifiche sulla legittimità dell' uso della numerazione, dal momento che si tratta di una telefonata urbana totalmente a carico di chi chiama.
Contattata dal Fatto, la Cooperativa Pronto Taxi 6645 ci ha fatto prima sapere che i 22 secondi di promo fanno parte di un "cambio pubblicitario" stipulato con la produzione del film e che la sponsorizzazione durerà fino al 30 settembre e che, comunque, si può bypassare la noia dell' ascolto utilizzando l' app o collegandosi al sito. Poi, l' illuminazione: "Per venire incontro alle esigenze dei nostri clienti, abbiamo eliminato l' obbligo dell' ascolto", ha annunciato il presidente di Pronto Taxi, Daniele Laudonio.