MA QUALE LIBERTÀ SESSUALE: QUI SI RIVENDICA LA LIBERTÀ DI CORNIFICARE – FALLISCE L’INCAUTO TENTATIVO DE “LA STAMPA” DI GIUSTIFICARE FEDERICA PELLEGRINI CON LA SOLITA MENATA DELLE DIFFERENZE DI GENERE TRA UOMO E DONNA - LA NUOTATRICE CHE RIVENDICO' IL DIRITTO DI FARE SESSO ("SCOPO CON CHI VOGLIO") TRADIVA LUCA MARIN CON IL CUGINO FILIPPO MAGNINI - LA PELLEGRINI FU CONVOCATA PER STRIGLIATA NON PERCHÉ UNA DONNA NON PUO' SCOPARE E UN UOMO SI', MA PERCHÉ AVEVA PORTATO SCOMPIGLIO TRA GLI ATLETI. E TE CREDO, IL RITIRO ERA MEJO DI "BEAUTIFUL"…

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Estratto dell'articolo di Giulia Zonca per “la Stampa”

 

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«Posso scopare con chi voglio» e sembra una frase banale, scontata, magari non proprio raffinatissima e persino un po' brutale detta in pubblico, scritta su un libro e ripetuta qui, però ci sta: è utile, non necessaria, per carità, per rafforzare un principio cardine dell'umanità, l'indipendenza.

 

L'uscita è di Federica Pellegrini, parole dette all'apice, mentre è l'atleta (a prescindere dal sesso) più famosa d'Italia, dentro a un Mondiale in cui vincerà due ori ripetendo il risultato strabiliante del 2009 e con un nuovo allenatore, dopo una stagione molto difficile. Lo dice nella sala di un albergo, convocata da federazione e da mezza squadra perché in quella competizione, tra le altre cose, lei è passata da un fidanzato all'altro. Lascia Luca Marin appena arrivata a Shanghai e si innamora di Filippo Magnini. E quando lei entra nella stanza dell'uno, l'altro si strugge e picchia la porta e urla.

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[…] Affare pubblico e pubblicato, ma nell'autobiografia «Oro», appena uscita per La Nave di Teseo, Pellegrini affronta la questione in prima persona, senza filtri, e aggiunge: «Sono convinta che a parti inverse sarebbe stato diverso. Ma vedere un uomo che soffre e una donna libera, che si gode il suo nuovo amore, è più difficile da accettare». E qui la faccenda si fa più seria.

 

Stavamo davvero lì nel 2011 e ci siamo ancora nel 2023? La polemica ha avuto strascichi sportivi, si è mescolata alle gare, è andata avanti fino ai Giochi di Rio, a scossoni, con litigate private e scompensi pubblici. Pellegrini parla di questo sdoppiamento impossibile da parificare, dell'immagine da «circe», da «strega», da «mangia uomini» rimasta addosso anche in momenti ben diversi, appiccicata perché era l'adesivo più comodo in quell'umidissima estate cinese.

 

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Se ci fosse stata una ragazza a piangere davanti alla porta, il campione dentro la stanza forse non sarebbe stato convocato. Sia chiaro, nessuno ha fatto un processo a Pellegrini in quelle sere concitate e nessuno se lo sarebbe potuto permettere in quegli anni di successi a ripetizione (decenni), però le è stato fatto capire, in modo esplicito, che turbava l'equilibrio e come lei stessa ricorda «la nazionale si è schierata»

 

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[…] In molti hanno detto che era semplicemente inopportuno sventolare la nuova relazione in faccia all'uomo appena salutato, vero eppure succede di continuo nei ritiri sportivi popolati di ventenni che stanno costantemente fuori casa e sempre tra loro.

 

A rendere più delicata la situazione c'erano solo i nomi importanti: Magnini due volte re dei 100 ai Mondiali, Pellegrini, nostra signora dello sport. Lui pure capitano e rappresentante di un gruppo che si sentiva tradito dall'inquietudine più che dal sesso. Il compagno di stanza di Magnini sfrattato, i vicini che non potevano dormire (per Marin che picchiava sull'uscio).

 

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Trambusto in fase di concentrazione. Il rumore di sottofondo che in realtà è costante in occasioni così. Resta quel quesito «se fossi stata un uomo...» e il sospetto che in quel caso sarebbe stato più facile. Anche scopare. È passato del tempo, oggi preferiamo respingere quel dubbio in nome del progresso.

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