1 - MONTANELLI VANDALIZZATO DAI COLLETTIVI STUDENTESCHI
Claudia Guasco per “il Messaggero”
Un ragazzo percorre in bicicletta via Manin, la stessa strada in cui la mattina del 2 giugno 1977 Indro Montanelli è stato gambizzato dalle Brigate Rosse. Poi gira a sinistra ed entra nei giardini di via Palestro, parco che dal 2002 è intitolato al giornalista, e si avvicina a quella figura smilza scolpita nel bronzo china a battere sui tasti della sua Lettera 22.
È l'inizio del video di quaranta secondi girato da RSM e LuMe, collettivi studenteschi milanesi, con il quale hanno rivendicato l'imbrattamento della statua di Indro Montanelli. Quattro latte di vernice rossa colate sulla testa, mentre con uno spray nero sono state impresse le scritte «Razzista, stupratore».
Quando combatteva in Africa durante il colonialismo italiano, Montanelli fece di una bambina eritrea la sua concubina e oggi - sull'onda delle rivolte anti razziste - per i collettivi quella pittura ne suggella la macchia.
FASCICOLO IN PROCURA
Erano passate da poco le otto di sera di sabato quando una parte del gruppo è entrata nel parco, il blitz è durato pochi minuti. Oggi il pm Alberto Nobili, responsabile dell'antiterrorismo alla Procura di Milano, riceverà il risultato delle prime indagini della Digos e aprirà un fascicolo.
INDRO MONTANELLI - UN SUO SCRITTO DURANTE LA CAMPAGNA D AFRICA
E non sarà contro ignoti, dato che i responsabili del gesto vandalico si sono auto denunciati sui social: sono gli studenti delle scuole superiori di RSM (Rete Studenti Milano) e gli universitari di LuMe (Laboratorio universitario Metropolitano). Divisi in due drappelli, uno all'esterno e uno all'interno, gli studenti hanno agito senza timore di essere intercettati, quando c'era ancora luce in uno dei parchi più frequentati del centro di Milano. Il tutto con le note in sottofondo di The revolution will not be televised, brano di Gill Scott-Heron che fa da colonna sonora alle proteste negli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd.
«Chiediamo, ad alta voce e con convinzione, l'abbattimento della statua», hanno scritto in una nota i rappresentanti delle due sigle vicine al mondo antagonista milanese, spiegando che «figure come quella di Indro Montanelli sono dannose per l'immaginario di tutti» e «in una città come Milano, medaglia d'oro alla Resistenza, la statua di Indro Montanelli è una contraddizione che non possiamo più accettare», dato che «un colonialista che ha fatto dello schiavismo una parte importante della sua attività politica non può e non deve essere celebrato in pubblica piazza».
Non c'entrano nulla quindi i Sentinelli, l'associazione che per prima ha chiesto la rimozione del monumento con una lettera appello al sindaco Giuseppe Sala. Una proposta, hanno ribadito ieri, «fatta in settimana alla luce del sole proprio per permettere una discussione pubblica, che non contemplava altro» e che «rifaremmo anche ora perché non c'è nessuna violenza nell'esprimere il proprio pensiero in modo trasparente».
I PRECEDENTI
Resta comunque della sua idea il primo cittadino. «Io penso che la statua debba rimanere lì, ciò nondimeno sono disponibile a qualunque confronto sul tema del razzismo e sul tema Montanelli. Quando volete», afferma Sala. «Noi quando giudichiamo le nostre vite possiamo dire la nostra è senza macchie, senza cose che non rifarei?
Ho rivisto più volte quel video in cui Montanelli confessa quello che è successo in Africa e personalmente non posso che confessare il mio disorientamento rispetto alla leggerezza con cui parla di un comportamento del genere. Ma le vite vanno giudicate nella loro complessità».
Non è la prima volta che la statua realizzata dallo sculture Vito Tongiani viene danneggiata: l'8 marzo 2019, durante la manifestazione per la Giornata internazionale della donna, alcune attiviste la coprirono di vernice rosa. Questa volta cambia il colore, ma le critiche sono altrettanto accese: arrivano dal Pd e dall'Anpi e unanime è la condanna espressa dal centrodestra con i giovani di Fratelli d'Italia al mattino e della Lega nel pomeriggio in presidio davanti al monumento.
Chi l'ha coperto di pittura «non è uno studente, ma un ignorante, non è un rivoluzionario ma un co...one», scrive Matteo Salvini. Per Giorgia Meloni è opera di «analfabeti radical chic con la scusa della lotta al razzismo», per Antonio Tajani «un gesto vile». Alcuni cittadini e associazioni hanno provato a pulirla, poi il Comune ha transennato l'area e ha inviato una ditta specializzata nel trattamento del bronzo. Oggi la vernice verrà rimossa, per le polemiche ci vorrà parecchio tempo in più.
2 - MACRON PARLA AI FRANCESI: «IL PASSATO NON SI RISCRIVE LE NOSTRE STATUE RESTANO»
Fr. Pier. per “il Messaggero”
No a una «odiosa, falsa riscrittura del passato: la Repubblica non cancellerà alcuna traccia o nome dalla sua storia. Non dimenticherà nessuna delle sue opere. Non ribalterà alcuna statua», ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un discorso televisivo intervenendo a proposito delle proteste per il caso di George Floyd in America.
La Francia deve guardare «lucidamente, insieme, tutta la nostra storia, tutta la nostra memoria», per costruire «un possibile presente e futuro su entrambe le sponde del Mediterraneo». Un processo che richiede «la volontà di stabilire la verità, ma in nessun caso rivisitando o negando ciò che siamo». Sulle polemiche riguardo il razzismo nella polizia, Macron ha detto: «Saremo inflessibili di fronte al razzismo e all'antisemitismo».
L'ANNUNCIO
Macron ha inoltre annunciato ai francesi che anche Parigi, da domani, può «voltare la pagina del primo atto della crisi» provocata dall'epidemia di coronavirus. «Tutto il territorio, ad eccezione di Mayotte e della Guyana, diventa zona verde. Questo significa una ripresa forte del lavoro e la riapertura di ristoranti e bar». È dunque arrivato dall'Eliseo l'annuncio che i francesi aspettavano con più ansia dal 17 marzo, quando fu decretato il lockdown.
Un risultato raggiunto con lo sforzo di tutti, e di cui «andare fieri», dice il presidente: «L'estate 2020 non sarà un'estate come le altre e bisognerà seguire l'evoluzione dell'epidemia per prepararci. La lotta non è ancora finita. Ma sono felice con voi di questa prima vittoria contro il virus». Riaprono tutti i ristoranti e i bar a Parigi, riaprono completamente asili, scuole elementari e medie, che dal 22 luglio ritroveranno ritmi e obblighi dei tempi della normalità.
LA STATUA DI INDRO MONTANELLI IMBRATTATA DI VERNICE DALLE FEMMINISTE
Nel momento della riapertura totale, Macron ha fatto anche il bilancio di quanto avvenuto: rivendicando «la scelta di mettere la salute davanti all'economia», ammettendo «errori» ma rivendicando i successi. Il presidente ha «escluso» «qualsiasi aumento di imposta per finanziare spese legate al coronavirus», ed ha assicurato che farà «di tutto per evitare ogni licenziamento».
LE PROTESTE
Il capo dello stato ha quindi sottolineato che la ripresa economica passerà dall'Europa che in questo caso «è stata all'altezza della situazione» nonostante «un inizio difficile» Infine, un accenno all'attualità, alle proteste che imperversano anche in Francia sulle violenze della polizia: «La Repubblica non smonterà nessuna statua - ha detto il presidente - non cancellerà alcuna traccia né alcun nome della propria storia», aggiungendo poi che la Francia saprà essere «inflessibile di fronte al razzismo e all'antisemitismo».
LA STATUA DI INDRO MONTANELLI IMBRATTATA DI VERNICE DALLE FEMMINISTE
3. IL VATICANO ELOGIA MONTANELLI AMICO DEI SANTI E IGNORA CHE DA GIOVANE SI MACCHIÒ DI PEDOFILIA COMPRANDO UNA BAMBINA ETIOPE DI 12 ANNI
Franca Giansoldati per "il Messaggero"
Ci ha pensato l’Osservatore Romano a ripulire l’immagine di Indro Montanelli, sporcata recentemente dalla vernice rosa del movimento Non Una Di Meno e dalle accuse di essere stato uno stupratore e un pedofilo. Il giornale del Papa dedica al giornalista scomparso nel 2001, un articolo agiografico in cui vengono descritti i suoi rapporti con i santi, in particolare San Giovanni XXIII, il beato Marella e il cardinale Schuster.
LA STATUA DI INDRO MONTANELLI IMBRATTATA DI VERNICE DALLE FEMMINISTE
Scrive l’Osservatore: «Davvero di testimoni così non ne avranno visti molti alle cause dei santi». Chissà cosa diranno davvero alla Congregazione per le Cause dei Santi, il dicastero tirato in ballo come metro di paragone a difesa di Montanelli.
APPROFONDIMENTI
L'articolo non mancherà di sollevare perplessità e rinfocolare dibattiti visto che non sono passati nemmeno tre mesi dalle plateali proteste del movimento femminile “Non una di meno”. Proteste culminate a Milano con la statua di Indro Montanelli imbrattata di vernice rosa a seguito dell’ennesima rivelazione dei comportamenti del giovane Indro, accusato di maschilismo, pedofilia e stupro per avere comprato, durante il suo soggiorno africano come volontario nella guerra che Mussolini iniziò in Eritrea, una ragazzina di soli 12 anni per farne una specie di schiava.
La acquistò per 500 lire. Si chiamava Destà e non era una vera consorte perché il contratto di madamato prevedeva una scadenza. Montanelli la descriveva come un «animaletto docile». Un rapporto imposto e non di certo paritario. La piccola Destà, poco più che una bambina aveva la funzione di serva, cameriera e altro.
fedele toscani Indro Montanelli
Non è la prima volta che la statua dedicata a Montanelli è stata presa di mira dalle femministe. I difensori di Montenelli hanno più volte ribadito in passato che con Destà non ci sarebbe stata violenza anche perchè la giovane era considerata dalla sua gente matura per il matrimonio. Inoltre, le “nozze” furono caldeggiate dal capo etiope come mezzo per dare autorità al comandante sulle milizie locali, che quelle “unioni” consideravano del tutto normali.
IMBRATTATA LA STATUA DEDICATA A INDRO MONTANELLI montanelli intervistato da enzo biagi IMBRATTATA LA STATUA DEDICATA A INDRO MONTANELLI IMBRATTATA LA STATUA DEDICATA A INDRO MONTANELLI