Dagotraduzione da Daily Mail https://www.dailymail.co.uk/
Quando l’organizzazione no-profit per la quale lavora, la SumOfUs, l’ha inviata nel gioco virtuale di Meta “Horizon worlds” per portare avanti una campagna contro il crescente potere delle multinazionali, una ricercatrice 21enne non avrebbe mai immaginato che l’incarico le sarebbe costato un’esperienza scioccante: uno stupro virtuale.
E invece è successo davvero.
La ragazza che si muoveva nel gioco con un avatar femminile è stata abbordata da un altro utente con un avatar maschile che l’ha incoraggiata a disattivare l’impostazione predefinita del confine personale, il Personal Boundary, che impedisce agli altri di avvicinarsi eccessivamente al proprio avatar.
A quel punto è iniziata l’odissea: la ricercatrice (ovvero il suo avatar) è stata attirata in una stanza dove è stata violentata dall' utente con l'avatar maschio che continuava a dirle di voltarsi per farlo da dietro e permettere agli utenti al di fuori della stanza di guardare. Intanto, “un altro utente assisteva alla violenza e beveva vodka.
Nel frattempo, altri avatar maschi che assistevano alla scena sono stati in grado di toccare virtualmente l'avatar della ricercatrice, facendo vibrare i suoi controller manuali e "creando un'esperienza fisica molto disorientante e persino inquietante", ha raccontato lei.
L’episodio è emerso in un rapporto pubblicato questa settimana, intitolato "Metaverse: un altro pozzo nero di contenuti tossici", della SumOfUs che descrive in dettaglio cosa è successo quando la giovane ricercatore ha testato l'app.
Il gioco "Horizon Worlds" è stato rilasciato da Meta a dicembre e consente agli utenti di riunirsi con gli altri, giocare e costruire i propri mondi virtuali.
Meta afferma di avere diversi strumenti per aiutare le persone a rimanere al sicuro mentre si trovano nella realtà virtuale.