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(ANSA) - L'autoproclamato guru indiano Bhole Baba, il cui ultimo evento pubblico lo scorso 2 luglio si è concluso in tragedia con 121 morti schiacciati nella ressa, ha detto che "il destino non può essere sfidato e che la morte è inevitabile". Nella sua prima apparizione pubblica dopo il devastante incidente, Bhole Baba, ex agente di polizia autoproclamatosi predicatore, si è dichiarato "sconvolto dall'accaduto" ma ha aggiunto che "per chiunque sia sulla terra arriva un momento fatale".
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Baba, che non è stato incriminato, a differenza degli altri undici volontari che avevano organizzato il meeting, si è presentato oggi in uno dei suoi monasteri, a circa 60 chilometri da Hatras, la città dove lo scorso 2 luglio 250mila devoti si sono ammassati per pregare, in uno spazio che poteva ospitarne non più di un terzo. Le riunioni di preghiera, che in India richiamano centinaia di migliaia di persone, hanno spesso conclusioni rovinose per la cattiva gestione della folla e per la mancanza di misure di sicurezza appropriate: nel 2008, 224 pellegrini persero la vita e altri 400 restarono feriti nella ressa in un tempio collinare a Jodhpur, in Rajasthan.
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