MAI DIRE MAY - LA BANCA D’INGHILTERRA E LE PIU’ AUTOREVOLI UNIVERSITA’ DEL PAESE RIMPROVERANO LA PREMIER BRITANNICA: “DIRITTI AUTOMATICI PER GLI EUROPEI CHE HANNO GIÀ OTTENUTO LA RESIDENZA PERMANENTE” - AL CENTRO DELLA CONTESA IL DESTINO DEI CITTADINI UE CHE STUDIANO E INSEGNANO OLTREMANICA: “LI STIMIAMO, MERITANO CHIAREZZA”

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Sara Gandolfi per il Corriere della Sera

 

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Due fra le istituzioni più prestigiose della Gran Bretagna - la Banca d' Inghilterra (Boe) e l' associazione che riunisce le 24 università più autorevoli del Paese - sono tornate a strigliare la premier Theresa May per il clima di incertezza sulla Brexit. «Sta già pesando sull' economia nazionale», ha avvertito il governatore della Boe, Mark Carney, commentando le previsioni di crescita al ribasso del Pil, mentre la sterlina ha toccato il suo minimo da nove mesi sull' euro.

 

Se la City resta con il fiato sospeso, in attesa di chiarimenti sulla strategia per il divorzio dall' Unione, il Russell Group, cui fanno capo gli atenei di Oxford, Cambridge e Londra, ha recapitato a Downing Street una lista di dieci richieste per proteggere i diritti dei cittadini dell' Ue che insegnano e studiano nel Regno Unito. Almeno 1.300 professori e ricercatori europei avrebbero già lasciato il Paese, lo scorso anno. La prima richiesta è la garanzia di «diritti automatici» per tutti coloro che hanno già ottenuto la residenza permanente, anche se si allontanano per più di due anni dalla Gran Bretagna, senza costringerli a fare richiesta di un nuovo «settled status» o sottoporsi ad ulteriori valutazioni.

 

BREXIT PASSAPORTO BREXIT PASSAPORTO

A giugno la premier aveva annunciato che gli oltre tre milioni di cittadini europei che vivono nel Regno Unito da oltre cinque anni avrebbero potuto rimanere ma a condizione che lo stesso valga per i cittadini britannici nell' Ue e che la Corte di Giustizia europea non abbia competenze sui loro diritti dopo la Brexit. «Un primo passo ma insufficiente», aveva commentato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Ancor più critico il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk: «Rischia di peggiorare la vita dei cittadini europei». «La Brexit sta provocando incertezza e ansia nel nostro staff europeo - ha denunciato Jessica Cole, capo strategia del Russell Group -. Hanno diritto che sia fatta chiarezza sul loro futuro il prima possibile. Ci sono circa 25.000 cittadini dell' Ue nelle nostre università. Li stimiamo e vogliamo che restino». La confusione «ha un grave impatto anche nella capacità dei rettori di reclutare persone di talento».

THERESA MAY E L INCHINO ALLA REGINA ELISABETTA THERESA MAY E L INCHINO ALLA REGINA ELISABETTA

 

Tra i punti che «richiedono maggiore chiarezza», secondo quanto riporta The Independent , ci sono anche i diritti delle matricole: le università vogliono che a tutti gli iscritti ai corsi tra il 2017 e il 2019 sia garantita la possibilità di restare per cinque anni, con conseguente diritto alla residenza permanente. Infine, il governo deve definire quale sarà lo «spartiacque», la data limite oltre la quale i nuovi arrivi dall' Europa non avranno più la garanzia di ottenere il «settled status». Un portavoce di Downing Street si è limitato ieri a ribadire che «il governo vuole raggiungere con l' Ue un accordo reciproco sui cittadini il prima possibile». Sul fronte economico, in linea con le attese di mercato, la Banca d' Inghilterra ha confermato ieri i tassi monetari, fermi allo 0,25%, ma ha tagliato le stime di crescita economica: 1,7% quest' anno, contro l' 1,9% previsto a maggio, e 1,6% il prossimo, rispetto all' 1,7%.

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