LE MANI DI PUTIN SULLA TUNISIA – IL DIPARTIMENTO DI STATO USA LANCIA L'ALLARME: “LE ATTIVITÀ DELLA WAGNER NEL CONTINENTE AFRICANO, SOSTENUTE DALLA RUSSIA, ALIMENTANO I CONFLITTI E FAVORISCONO LA MIGRAZIONE IRREGOLARE, ANCHE VERSO LA TUNISIA” – SONO CAZZI PER LA MELONI, CHE HA CERCATO IN TUTTO I MODI DI FRENARE L'ONDATA DI SBARCHI DAL PAESE AFRICANO ATTRAVERSO ACCORDI CON IL DITTATORE KAIS SAIED – SE “MAD VLAD” USERA’ L’ARMA DEI MIGRANTI, CHE POSIZIONE PRENDERA’ IL FILO-PUTINIANO SALVINI?

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Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

 

vladimir puntin giuramento per il quinto mandato 4 vladimir puntin giuramento per il quinto mandato 4

«Continuiamo a essere preoccupati per le attività della Wagner, e quelle sostenute dalla Russia nel continente africano, che alimentano i conflitti e favoriscono la migrazione irregolare, anche verso la Tunisia». Con queste parole, un portavoce del dipartimento di Stato conferma a Repubblica quella che potrebbe diventare presto una delle principali preoccupazioni del governo italiano.

 

Ossia la penetrazione militare di Mosca in Tunisia, che non solo si aggiungerebbe alle mosse geopolitiche già compiute dal Cremlino in Libia, Algeria e Sahel, completando la manovra a tenaglia per l’influenza nella regione, ma sommerebbe il rischio di fomentare un’ondata di sbarchi verso la nostra penisola. Il tutto creando anche potenziali divergenze all’interno della maggioranza, riguardo la linea da adottare nei confronti di Putin.

 

giorgia meloni e kais saied 17 aprile 2024 giorgia meloni e kais saied 17 aprile 2024

Nei giorni scorsi sono avvenuti avvistamenti di voli militari russi che atterravano nell’aeroporto di Djerba, isola tunisina vicina al confine con la Libia. La natura delle attività è ancora incerta, logistiche o altro, ma i timori che generano sono chiari. Mosca è già presente con forza in Libia, ha stretto un’alleanza con l’Algeria, ed è riuscita a rimpiazzare le forze americane in Niger e Ciad, mentre i francesi hanno lasciato Mali e Burkina Faso. […]

 

Per l’Italia è un problema diretto. La Tunisia è la nazione nordafricana più vicina alle nostre coste, da dove partono i barconi verso la Sicilia. La premier Meloni si è molto impegnata personalmente per evitare questa deriva, visitando quattro volte il paese e facendo accordi col presidente Kais Saied, come parte del “Piano Mattei”.

 

soldati mercenari russi in africa soldati mercenari russi in africa

Roma si è spesa anche con l’Fmi, affinché dia via libera all’accordo raggiunto il 15 ottobre scorso dalla delegazione guidata da Chris Geiregat e Brett Rayner, per fornire un prestito da 1,9 miliardi di dollari in 48 mesi attraverso l’Extended Fund Facility.Questa iniziativa però non è stata ancora approvata, in larga parte per le resistenze di Saied alle riforme che comporterebbe, a partire dalla fine dei sussidi per beni come i carburanti.

 

Il dubbio è che il presidente abbia deciso di cambiare sponda, aprendo a Putin, oppure prema sull’Occidente, lasciando intendere di essere pronto ad entrare nella nuova coalizione del Sud globale, che Russia e Cina stanno cercando di creare per corrompere il sistema mondiale basato sulle regole e incrinare la leadership Usa.

 

giorgia meloni e kais saied 17 aprile 2024 2 giorgia meloni e kais saied 17 aprile 2024 2

Repubblica ha chiesto al dipartimento di Stato se è a conoscenza dei voli russi in Tunisia e cosa ne pensa, e questa è stata la risposta: «Continuiamo a essere preoccupati per le attività di Wagner, e quelle sostenute dalla Russia nel continente africano, che alimentano i conflitti e favoriscono la migrazione irregolare, anche verso la Tunisia».

 

Quindi ha rilanciato la preoccupazione per le attività della ex Wagner, riprese dopo l’uccisione del fondatore Prigozhin, e l’allarme per gli sbarchi che toccano l’Italia, proprio alla vigilia del G7 in cui Roma solleverà questa emergenza e promuoverà il Piano Mattei. […]

 

soldati mercenari russi in africa soldati mercenari russi in africa

Ciò ha riflessi sulla politica interna italiana, in vista delle elezioni europee, perché Meloni è stata molto ferma nella difesa dell’Ucraina, mentre l’alleato Salvini è aperto a Putin. Entrambi hanno adottato la linea dura sulle migrazioni, ma se il Cremlino diventasse un fomentatore dei flussi irregolari per urtare gli interessi Usa, da che parte si schiererebbe il ministro leghista?

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