Federica Olivo per www.huffingtonpost.it
angelo giorgianni alla manifestazione no green pass 2
“Oggi il popolo sovrano ha dato il preavviso di sfratto a coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere...per loro vogliamo una nuova Norimberga”. Parole sentite, di questi tempi, durante le manifestazioni dei no vax e dei no green pass.
Saranno state ripetute più volte anche il 9 ottobre, in piazza del Popolo, prima che un gruppo dei manifestanti si staccasse per andare all’assalto della sede nazionale della Cgil. A pronunciarle, però, proprio da quel palco, non è stato un cittadino qualsiasi.
L’invito a una nuova Norimberga con il governo sul banco degli imputati - “per i morti che hanno causato, per le privazioni, per i nostri figli e per la sofferenza” urla, tra gli applausi e le acclamazioni - arriva da un magistrato in servizio.
Angelo Giorgianni, gli appassionati del genere ricorderanno il suo nome perché è l’autore del libro che ammiccava al complottismo di cui Nicola Gratteri aveva fatto la prefazione, era lì, davanti a Giuliano Castellino, ad arringare la folla, come se fosse la cosa più naturale da fare. Come se il suo ruolo fosse una ragione in più per inveire contro il governo e sbracciarsi contro il green pass.
strage di stato il libro complottista sul covid con la prefazione di gratteri
Non è nuovo a queste esternazioni Giorgianni, attualmente in servizio alla corte d’Appello di Messina, basta guardare i suoi social per farsi un’idea. Un presente in odor di complottismo sul Covid, un passato da politico. Il magistrato è stato infatti senatore tra il ’96 e il 2001, nonché sottosegretario all’Interno per il governo Prodi. Fu costretto alle dimissioni per la vicenda ricordata come “il verminaio di Messina”, per la quale sarà poi assolto.
Era la fine degli anni ’90, un’altra era. Giorgianni ha indossato di nuovo la toga, ha lavorato a lungo in Sicilia, dove è ancora in attività. O, almeno, lo è stato fino a pochi giorni fa. Perché, proprio dal palco dei no green pass ha urlato le seguenti parole: “E a coloro che dicono che la mia posizione è incompatibile con il popolo dico: ’Io tra voi e il popolo scelgo il popolo sovrano. E lascio la toga. Lascio la toga”.
Non basta sbandierare le dimissioni da piazza del Popolo per smettere di essere magistrato, però. Quella dell’addio anzitempo alla carriera - Giorgianni ha 67 anni - è un iter complesso, che passa anche dal Csm e dal ministero della Giustizia. Gli stessi organi che non hanno preso nessuna iniziativa mentre, in questi lunghi mesi, il magistrato emetteva sentenze nel nome del popolo italiano e, nello stesso tempo, urlava sostanzialmente al complotto sulla pandemia.
Oggi dice di voler lasciare la toga per seguire “il popolo sovrano”. Deve aver cambiato idea rispetto alle sue recenti intenzioni. Mentre parlava di dittatura sanitaria e definiva - alla Camera, non al bar - la pandemia “uno strumento di ingegneria sociale”, Giorgianni si proponeva come procuratore capo di Caltanissetta.
angelo giorgianni alla manifestazione no green pass 4
Un ufficio importante perché - tra l’altro - ha competenza sui magistrati di Palermo. Fu la procura, per fare un esempio, che indagò sull’omicidio di Falcone e Borsellino. Prima che decidesse di abbandonare il suo mestiere, comunque, la commissione competente Csm gli aveva già preferito un altro nome: quello di Salvatore De Luca, attuale procuratore aggiunto di Palermo.
il giudice angelo giorgianni al corteo no vax di roma angelo giorgianni alla manifestazione no green pass angelo giorgianni angelo giorgianni alla manifestazione no green pass 5 angelo giorgianni alla manifestazione no green pass 1 angelo giorgianni