Estratto dell’articolo di Alessandro Penna per “Oggi”
GENNARO SANGIULIANO CON LA MOGLIE FEDERICA CORSINI ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
«Sangiuliano mi ha detto: “Mi ritiro in convento; imparerò il cinese e andrò a fare il cameriere in un ristorante di Pechino”». Il virgolettato di Maria Rosaria Boccia inquadra bene il caso e la situazione: il passo è quello dalla soap opera, con tante puntate e la trama che a un certo punto stagna e poi d’improvviso si impenna di nuovo; il tono è tipico della pochade, della commedia farsesca.
Ed è uno spettacolo che intrattiene, fa audience, perché quello del politico e della “fatalona” che prima lo seduce e poi lo rovina è un cliché che ne intercetta altri (sesso, potere, qui c’è pure il sangue sgorgato dalla fronte dell’ex ministro). Ma c’è un lato che non è stato tenuto nella debita considerazione. Ed è un lato oscuro, che finisce in carcere.
Il 13 settembre Sangiuliano presenta alla Procura di Roma un esposto di 12 pagine, che ha portato all’iscrizione di Maria Rosaria Boccia nel registro degli indagati per lesioni e minaccia a un Corpo politico. Le prime sarebbero state inferte nella notte tra il 16 e il 17 luglio, a Sanremo. Per la Boccia e per il suo avvocato Liborio Di Nola sarà difficile parare questa accusa.
A sostegno c’è il lungo graffio verticale che taglia la fronte dell’ex ministro; e soprattutto ci sono le chat, allegate alla querela e pubblicate dalla Verità, che i due si sono scambiati sull’argomento: lui le manda la foto dello sbrego e scrive: «Mi hai sfregiato»; lei si giustifica e in un certo senso conferma di averlo colpito («Mi hai fatto diventare una iena»). Le lesioni sono tuttavia lievissime, difficile si vada oltre a una sanzione pecuniaria.
Molto più delicato è però l’altro eventuale capo di imputazione: la minaccia a un Corpo politico è un reato grave (se ne occupa l’articolo 338 del codice penale), che in Italia ha pochi precedenti, seminati in processi assai più inquietanti (per esempio quello sulla trattativa Stato-Mafia).
L ARTICOLO DI GENTE SUL GRAFFIO NELLA TESTA DI SANGIULIANO
Qui la pena prevista è piuttosto pesante: fino a 7 anni di reclusione. Nella querela l’ex ministro precisa che si «oppone fin d’ora alla definizione del procedimento con decreto penale». È una formula di rito, ma l’intento è chiaro: Sangiuliano e il suo legale Silverio Sica vogliono evitare che il caso diventi solo un reato amministrativo e che la Boccia possa cavarsela con una semplice multa.
L’ex ministro vuole restare nel penale, vuole il dibattimento pubblico, vuole, soprattutto, la condanna a una pena detentiva, al carcere. Ma come, quando e perché l’imprenditrice campana avrebbe minacciato Sangiuliano?
il fotomontaggio di gennaro sangiuliano come una donna incinta - dal profilo social politica e amori
Il perché è semplice, per non dire tipico: «Lei mi rimproverava di non averle rappresentato la mia condizione di uomo saldamente coniugato», scrive lui. […]
Il 9 agosto, come riportato nella querela, la Boccia telefona a Sangiuliano per dirgli che lo sta raggiungendo a Rieti con una missione precisa: dire tutto a sua moglie, Federica Corsini. Concede al povero Gennaro un’alternativa: che sia lui stesso a svelare alla consorte il tradimento, ma «rendendo» lei, la Boccia, «partecipe con una telefonata in viva voce».
E la confessione avviene così, con Maria Rosaria che ascolta. Il 17 agosto, avendo saputo che i coniugi Sangiuliano erano diretti all’hotel Le Agavi di Positano per una breve vacanza, l’aspirante consigliera manda un whatsapp direttamente alla Corsini: «Buongiorno Federica, io sono qui da ieri. Gennaro mi ha detto che state arrivando. Di sicuro non ti ha detto della mia presenza».
Ma quel che fa saltare il banco è la notizia, introdotta in termini vaghi («C’è una cosa che devo dirti») e poi precisata («Nostro figlio sarà orgoglioso di te»), della presunta gravidanza. Una notizia che causa nell’allora ministro «timore e protezione», perché, sostiene lui, la Boccia sapeva benissimo che «la vita non mi ha concesso la gioia di un figlio».
GENNARO SANGIULIANO CON FEDERICA CORSINI A VENEZIA - 28 AGOSTO 2024
Se la Boccia rischia 7 anni di carcere, nemmeno Sangiuliano dorme sonni tranquilli: è indagato per peculato e rivelazione di segreti di ufficio e la sua sorte, per contrappasso, è nelle mani della ex amante. Lei potrebbe per esempio dimostrare come alcuni dei viaggi e delle cene a cui ha partecipato in compagnia dell’ex ministro siano stati pagati con soldi pubblici.
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