Massimo Finzi
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Era il 12 maggio del 2016: è stata l'ultima apparizione pubblica del Prof. Giovanni Sartori in una delle aule della biblioteca del Senato a lui dedicate. Per sua espressa volontà la notizia della sua morte è stata data in ritardo, verrà sepolto a Firenze nello stesso cimitero dove riposa il suo grande amico e collega Giovanni Spadolini.
Accademico dei Lincei, vincitore del premio Principe delle Asturie (che nelle scienze politiche equivale al premio Nobel), 10 lauree honoris causa, i suoi libri tradotti in 50 lingue e molti di questi di testo nelle più prestigiose università del mondo.
Ma per me il Prof. Sartori non rappresentava solo questo perchè nei lunghi anni che gli sono stato vicino con affetto crescente ho potuto conoscere quest'uomo anche nella sua quotidianità: il rigore intellettuale, l'ironia sferzante "da toscanaccio verace", l'intransigenza morale, la lucididà nel cogliere l'essenza dei fatti e la sua chiarezza espositiva non erano solo prerogativa dei suoi scritti ma comportamento coerente nella vita di tutti i giorni. Al tempo stesso affettuoso e protettivo nei riguardi della giovane moglie la famosa fine pittrice e scultrice Isabella Gherardi. In questo momento mi unisco al grande dolore della moglie Isabella e della figlia Ilaria.
GIOVANNI SARTORI LA CORSA VERSO IL NULLA