Corrado Zunino per “la Repubblica”
I provveditori, per questa Maturità senza pace, stanno provando a reclutare dirigenti scolastici in pensione, presidi di scuole primarie. Alla seconda chiamata - alcuni direttori degli uffici scolastici regionali sono alla quarta mail, alle telefonate personali: «Per cortesia, può coprire quel plesso?» - nel Paese mancano ancora molti presidenti di commissione.
L' Esame di Stato 2020 arriverà, con l' oralone come unica prova, fra tre settimane e le amministrazioni scolastiche mostrano preoccupazione: «Non siamo mai arrivati scoperti così a ridosso dell' esame», spiegano al ministero dell' Istruzione, «la prima chiamata c' è stata il 6 maggio». E se la situazione in Friuli, nelle Marche e in Puglia è andata a mosaico in queste ore, restano problemi nelle grandi città.
In Lombardia le commissioni d' esame sono 1.797 e, affidandosi all' ultimo elenco aggiornato, hanno dato la disponibilità 1.027 presidenti.
A Milano le classi da coprire sono 558 e i candidati alla guida della commissione d' esame sono stati 288. Ne mancano 270, quasi la metà. Il provveditorato di Milano, retto dall' ex ministro Marco Bussetti, sta lavorando alle nomine dei disponibili, ma lo scorso anno le presidenze da trovare in questa fase erano soltanto trenta.
In Piemonte il 21 maggio scorso l' Ufficio scolastico ha pubblicato i nomi dei primi 671 presidenti che hanno dato disponibilità, su 815.
Manca il venti per cento. E su Torino città metropolitana, che produce metà delle quinte classi della regione, qualcosa in più. «Ci stiamo avvicinando con un po' di fatica alla colmatura dei fabbisogni», dice il direttore dell' Usr, Fabrizio Manca, «siamo al secondo sollecito e abbiamo riaperto i termini per partecipare. Contiamo sui dirigenti scolastici di elementari e medie».
Possono fare i presidenti tutti i dirigenti scolastici,anche quelli in pensione da non più di tre anni e i docenti con dieci anni di professione. Sono due i motivi della fatica speciale, in quest' anno in emergenza. Il primo è il timore, avanzato con continuità dalla classe docente, dell' esame in presenza al tempo del Covid, seppure oggi in fase discendente. «Non lo esplicitano, ma la paura del contagio c' è», spiega Marco Ugo Filisetti, direttore dell' Ufficio scolastico delle Marche: «Le nostre ansie sono contenute perché, di fronte a una mancanza persistente, nelle prossime ore passeremmo alla precettazione». La seconda questione è legata all' architettura speciale della Maturità di quest' anno: sei membri interni più il presidente chiamato da lontano. Ecco, c' è una platea larga di docenti impegnata a gestire l' esame nella classe in cui ha insegnato e, quindi, non più disponibile per un ruolo da presidente di commissione.
In Toscana l' Ufficio scolastico sta incontrando difficoltà inedite.
Nell' ultima nota inviata a tutti i presidi si invitavano i dirigenti a invitare gli insegnanti a farsi avanti. Sono vuote 150 caselle su 766. Solo a Firenze, 50 su 200. L' extrema ratio è quella di far presiedere a uno stesso preside diverse commissioni. Si allungherebbbe, però, il calendario della Maturità. Racconta un dirigente scolastico toscano: «Membri di commissione, per paura del virus, hanno chiesto di partecipare alle sedute d' esame in video». Sì, lo sostengono l' Associazione nazionale presidi e i sindacati: c' è il rischio di defezioni, all' ultimo istante, anche tra i membri interni. «Con il permesso esonero giustamente concesso ai lavoratori fragili over 55, la possibilità di una fuga dagli esami è concreta», osserva Monica Barbolini, Cisl scuola in Emilia Romagna. A Bologna, su 173 commissari ne mancano venti.
La direttrice regionale Anna Camilleri, che ha risolto i problemi in Puglia, ricorda: «Per i presidi delle scuole superiori la disponibilità è obbligatoria».
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