Estratto dell’articolo di Sandro De Riccardis per “la Repubblica”
Dirigenti Anas con partita Iva, con cui venivano fatturate le tangenti incassate dalle aziende che vincevano gli appalti della stessa Anas. Per almeno uno degli indagati nel nuovo scandalo che travolge la società vigilata dal ministero delle Infrastrutture (dopo quello sulle tangenti che ha coinvolto la famiglia Verdini), le mazzette avevano forma legale, tracciate come consulenze che il manager pubblico riceveva dalla società privata.
Una delle tante anomalie emerse nell’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, che ieri ha eseguito perquisizioni in mezza Italia nelle sedi di Anas e negli uffici di nove indagati. Quattro sono ancora dirigenti di Anas, altri tre avevano abbandonato l’azienda, creando le entità private che vincevano le gare. [...]
Porte girevoli tra pubblico e privato che portano i pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, con la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, a ipotizzare corruzione, turbata libertà degli incanti e rivelazione di segreto d’ufficio per almeno quattro appalti per la costruzione e manutenzione di tratti stradali. Finiscono così indagati i fratelli Stefano, Luigi e Marco Liani.
Il primo, ex responsabile “progettazione e realizzazione lavori” Anas fino al 2019, ora alla struttura territoriale Anas Toscana, gli altri due ex funzionari della società a controllo pubblico, che hanno poi creato le srl per incassare le commesse. Con loro, indagati anche altri tre attuali funzionari di Anas: Eutimio Mucilli, ex responsabile “nuove opere” e ora alla direzione “investimenti e realizzazione lavori”; Vincenzo Giarratana, responsabile “geologia” nord ovest; Mauro Ernesto Pelagalli, passato da Anas al privato per poi tornare come capocantiere Lombardia.
Con loro, l’ex manager Anas ed ex dirigente del Mit Giovanni Proietti, imputato per il crollo del ponte Morandi di Genova, e il figlio Nicholas; Alberto Brentegani, nel cda di Autostrade Brescia-Verona-Vicenza-Padova spa.
Solo per una gara d’appalto, quella del 2019 per i lavori sulla SS340 “Regina”-Variante Tremezzina, sul lago di Como, la procura quantifica in 846mila euro la presunta corruzione. Con Stefano Liani e Mucilli che avrebbero «intrattenuto rapporti economici personali con il Consorzio Stabile Sis» (non indagato), aggiudicatario dell’appalto da 388 milioni. Stefano Liani avrebbe «percepito dal Consorzio, dal 2018 al 2021, 485.896 euro» e Mucilli «360.074 euro ».
[...] Il sospetto è che gli incarichi «fossero funzionali a garantire al consorzio la fedeltà e la benevolenza dei due alti dirigenti pubblici nell’assegnazione e nella successiva esecuzione del remunerativo appalto». Per i due lotti dell’A4 da Brescia a Padova, secondo la Gdf avrebbe avuto un ruolo Proietti, «nominato direttore dei lavori» da Alberto Brentegani, nel cda della società autostradale, aggiudicato al Consorzio Stabile 3 Emme, «riconducibile alla famiglia Liani».
STRADA STATALE 340 REGINA - LAGO DI COMO
Un incarico che «Proietti avrebbe dirottato al figlio». La famiglia avrebbe ricevuto in cambio «un appartamento e un’automobile pagati » da una società del gruppo Liani. Anche l’appalto da due milioni e mezzo di euro della Ss 469 Sebina Occidentale, sarebbe stato «di fatto subappaltato » alla società di Marco Liani, grazie a Giarratana.
Un filone che comprende anche l’appalto per la Ss 412 della Val Tidone. [...] Anas, non indagata, esprime «piena fiducia nella magistratura, fornendo tutta la necessaria collaborazione».