MEDICI CONTRO - IL DIRETTORE DELL’AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA, DANIELE DONATO, SE LA PRENDE CON GLI SPECIALIZZANDI: “ESCONO DI CASA E HANNO UNA VITA SOCIALE MOLTO ATTIVA. SONO QUESTI I SOGGETTI CHE, NEL MOMENTO IN CUI SI INSERISCONO NELL’OSPEDALE, CREANO MAGGIOR PERICOLO” - LE ASSOCIAZIONI DEGLI SPECIALIZZANDI VALUTANO SE ADIRE LE VIE LEGALI PER CONTESTARE L’ACCUSA DI PROCURATA EPIDEMIA: “PRETENDIAMO SCUSE PUBBLICHE”

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Da https://www.tgcom24.mediaset.it/

 

DANIELE DONATO DANIELE DONATO

Gli specializzandi "escono di casa e hanno una vita sociale molto attiva. Sono questi i soggetti che nel momento in cui si inseriscono nell'ospedale creano maggior pericolo". Lo ha detto Daniele Donato, direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera di Padova, in una video conferenza. Un'"accusa" che non è affatto piaciuta ai rappresentanti degli specializzandi che replicano: "Vogliamo scuse pubbliche".

 

Nel video, Donato afferma che la diffusione del contagio nel personale sanitario sarebbe avvenuta soprattutto "nei momenti di socializzazione al di fuori dell'area assistenziale" tra gli specializzandi: "Nel momento in cui erano in ospedale e dovevano seguire tutte le misure di barriera erano estremamente precisi e monitorati, ma nel momento in cui si trovavano nella loro sala per mangiare un panino assieme o per usare il computer, questi comunque hanno trovato dei momenti di contatto e di comunione che hanno favorito la trasmissione del virus".

DANIELE DONATO DANIELE DONATO

 

"Scuse pubbliche e immediate", replicano gli specializzandi. "Il Direttore Sanitario dovrebbe vergognarsi e scusarsi pubblicamente con tutti gli specializzandi che ogni giorno permettono il funzionamento dell'Azienda", afferma Andrea Frascati, presidente di Mespad Specializzandi Padova. Medici, sottolinea, che hanno lavorato in prima linea in tutti i reparti dell'Azienda, "inizialmente senza idonei dpi e in assenza di adeguate disposizioni dalla direzione medica". Ora Mespad, spiega Frascati, sta valutando se adire le vie legali per contestare l'accusa di procurata epidemia e il danno d'immagine.

 

 

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