Guido Olimpio per corriere.it
In Messico chi difende la legalità diventa un bersaglio. Banditi, agenti corrotti, piccoli e grandi poteri lo considerano un ostacolo. Forse c’è questo dietro la misteriosa fine di Homero Gomez, 50 anni, un agronomo che si era dedicato alla protezione dell’ambiente e in particolare delle bellissime farfalle monarca.
Il suo corpo è stato ritrovato, dopo lunghe ricerche, in un pozzo a El Soldado, municipio di Ocampo, stato di Michoacan. È qui che lo avevano visto per l’ultima volta il 13 gennaio dopo un incontro con alcune persone del posto. Il giorno seguente la famiglia ha lanciato l’allarme manifestando grande angoscia. Gomez era già stato oggetto di minacce, inoltre i parenti avevano ricevuto una falsa richiesta di riscatto da parte di qualche «sciacallo».
Il paladino del santuario ecologico e delle monarca
Le autorità si sono mosse mettendo sotto controllo l’intero municipio, passo seguito da interrogatori estesi che hanno coinvolto civili e alcune decine di poliziotti locali. I congiunti della vittima hanno chiesto al magistrato di condurre il test del Dna in quanto il corpo è irriconoscibile e gli abiti non sono quelli che indossava l’attivista.
Quanto alla causa del decesso si parla di asfissia per annegamento, un verdetto provvisorio. Homero era il paladino del «santuario» di El Rosario, un’area dove migrano ogni anno, in autunno, milioni di farfalle monarca provenienti dal Nord America. Finito l’inverno ripartono.
La vegetazione e il clima sono favorevoli, infatti pur restando una specie a rischio sono cresciute. C’è l’habitat perfetto che negli ultimi tempi è stato messo in pericolo da una minaccia esterna. Umana. Network criminali connessi trafficano nel legno, abbattono boschi, creano spazi per la marijuana e dunque tendono a sfruttare il più possibile ogni angolo di vegetazione. Un fenomeno non limitato, purtroppo, solo a Michoacan. Anche nello stato di Chihuahua agiscono squadre di tagliatori, molto spesso giovanissimi, ingaggiati dal cartello di Juarez. In poche ore fanno tabula rasa, segano i «fusti» e li caricano su colonne di camion.
Davanti a questo scempio Homero Gomez ha lanciato una campagna di mobilitazione che lo ha reso piuttosto noto, anche all’estero. Ma alla fine questa sua lotta coraggiosa potrebbe essersi trasformata in un contratto di morte sospeso sulla sua testa. Ora, per alcuni episodi è sempre bene lasciare aperta ogni ipotesi, tuttavia quanto è avvenuto nella riserva delle monarca rappresenta per gli investigatori una traccia da esplorare. Il contesto generale racconta molto.
I trafficanti, da tempo, hanno diversificato le loro attività. Droga e migranti rappresentano i «prodotti»principali in quanto permettono guadagni importanti per via della domanda. In parallelo i narcos sono entrati nel campo minerario, nel furto di idrocarburi, nell’agricoltura. Pongono «tasse» su coltivazioni di avocados e lime, sfruttano gli scavi, procurano pesci rari (in via di estinzione) al goloso mercato cinese. Nulla sfugge al loro sistema. Che ovviamente finisce per scatenare battaglie tra gruppi concorrenti.
La storia di Homero fa parte di qualcosa di più brutale e ampio. Nel 2019 gli omicidi in Messico sono stati 35.588 mentre un rapporto ufficiale ha dichiarato che i desaparecidos sono 61 mila, la maggior parte scomparsi dal 2006. E nei cieli messicani volano non solo le farfalle: negli ultimi sei anni sono stati scoperti 1.356 aerei della droga, una minuscola parte di una flotta gigantesca.