METTI UN PRETE E UN MIGRANTE E S'INFIAMMA LA CAPPELLA - UN 33ENNE STRANIERO SOSTIENE CHE IL PARROCO DI UN PAESINO IN PROVINCIA DI TREVISO GLI ABBIA CHIESTO DI FARE SESSO MENTRE I DUE ERANO IN CANONICA, DA SOLI - DIVERSA LA VERSIONE DEL RELIGIOSO, IL QUALE HA DENUNCIATO IL 33ENNE PER ESTORSIONE: LO AVREBBE COSTRETTO A CONSEGNARLI 20 MILA EURO, PRESI DALLE OFFERTE DEI FEDELI, RICATTANDOLO CON DELLE PRESUNTE FOTO HOT (DI CUI NON C'E' TRACCIA) - LA PROCURA CHIEDE L'ARCHIVIAZIONE 

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Da www.leggo.it

 

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Il ricatto, un ex prete e un operaio. Sono gli elementi e i protagonisti di una storia che viene dal Trevigiano. Un ex parroco ha querelato un 33enne straniero. Il motivo? Un ricatto a luci rosse. La Procura della Repubblica di Treviso, spiega la stampa locale, ha avviato un'inchiesta.

 

L'operaio, residente in provincia di Pordenone – stando a quanto emerge dal racconto dell'ex sacerdote – avrebbe confidato all'uomo di vivere una condizione di disagio economico. E così, tra aprile e maggio del 2023, si sarebbe fatto consegnare un totale di 20mila euro. Soldi che l'ex sacerdote avrebbe preso dalle offerte versate dai fedeli.

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L'ex parroco ha denunciato l'uomo per estorsione, sostenendo di essere stato costretto a dargli quei soldi perché sotto ricatto. L'operaio, che lo avrebbe costretto a mettersi in mutande in canonica, pare avergli scattato alcune foto "compromettenti".

 

Nel telefonino sequestrato al 33enne, però, non sono state trovate foto del genere. L'operaio, piuttosto, sostiene che è stato l'ex sacerdote a chiedergli di spogliarsi e di fare sesso con lui. Per la Procura il racconto del parroco presenta svariati punti dubbi. Primo tra tutti il mancato ritrovamento di foto compromettenti. Da qui la richiesta di archiviazione.

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