MICHELE MISSERI ESCE DAL CARCERE: TORNA NELLA VILLETTA DI AVETRANA
MICHELE MISSERI ESCE DAL TRIBUNALE
Domenica prossima Michele Misseri tornerà in libertà. Lo zio di Sarah Scazzi, uccisa a 15 anni nel 2010 ad Avetrana e buttata in un pozzo, è stato condannato per il delitto e ha scontato – ottenendo una riduzione di oltre 400 giorni – una pena di 8 anni di carcere per la soppressione del cadavere. In cella a Taranto, con l’ergastolo, ci sono la moglie di Michele, Cosima Serrano, e la figlia Sabrina.
Misseri, 69 anni, è invece al carcere di Lecce da cui uscirà l’11 febbraio per tornare nella villetta di via Grazia Deledda. Il sindaco firmerà un’ordinanza di polizia locale per chiudere la strada al traffico: «Noi auspichiamo che non ci sia più lo stesso circo mediatico dell'epoca. Credo di no, ma l'augurio è questo, anche per rispetto alla memoria di Sarah e alla sua famiglia. Vogliamo che Avetrana sia ricordata per altro […]», ha detto il primo cittadino, Antonio Iazzi.
La casa dei Misseri, dove Sarah è stata uccisa secondo la ricostruzione degli inquirenti da Cosima e Sabrina (mentre Michele si sarebbe occupato della soppressione del cadavere), «mi risulta - riferisce il sindaco - che sia abbandonata da anni. L'altra figlia di Michele, del resto, viveva già fuori».
A scatenare il delitto, secondo le sentenze, furono rivalità sentimentali e dissapori tra le cugine Sabrina e Sarah. Il sindaco Iazzi spiega infine che «qualora pervenissero richieste ai servizi sociali, si farà quello che è previsto per una persona nello stato di Michele Misseri. […] Misseri è stata sempre una persona autonoma. Fino all'altro ieri non era giunta comunque alcuna richiesta in tal senso».
MISSERI VERSO LIBERTÀ, EX LEGALE CONCETTA ''PERSONA ONDIVAGA'
(ANSA) - "Michele era stato l'unico che a un certo momento aveva aperto il suo cuore alla vertità, ma è durato poco. Poi si è fatto risucchiare in questo vortice di mezze verità e retromarce. Ritrattazioni che sono assolutamente inverosimili e che hanno fatto sì che lui divenisse poi il soggetto ondivago che non è servito né alla giustizia, perché poi si è fatto a meno della sua narrazione, né a salvare la sua famiglia perché Michele avrebbe pagato oro per avere uno sguardo di vicinanza da parte della moglie e della figlia che non lo guardavano in faccia".
Lo dice all'ANSA l'avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali (con Valter Biscotti, Antonio Cozza e Luigi Palmieri) che ha assistito la famiglia di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana (Taranto) uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto del 2010.
Domenica prossima, Michele Misseri, lo zio di Sarah, uscirà dal carcere di Lecce dopo aver scontato la condanna definitiva a 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere (ha ottenuto una riduzione detentiva di circa 400 giorni), per rientrare nella villetta di via Deledda, dove la ragazzina - secondo la ricostruzione degli inquirenti - fu uccisa.
Per l'omicidio stanno scontando la condanna all'ergastolo la moglie di Michele, Cosima Serrano, e la figlia Sabrina, 'Zio Michele' prima si autoaccusò dell'omicidio facendo ritrovare il corpo, poi cambiò più volte versione chiamando in correità la figlia Sabrina e poco dopo scaricando su di lei tutte le responsabilità.
Sabrina fu arrestata il 15 ottobre 2010, mentre il 26 maggio 2011 finì in carcere anche sua madre, Cosima Serrano. In seguito Misseri è tornato ad accusarsi del delitto sottolineando che moglie e figlia sono in carcere da innocenti, ma i giudici non gli hanno più creduto. Per l'avv. Gentile "la giustizia ha fatto ugualmente il suo corso e noi siamo certi che quella ricostruzione emersa dal processo è quella giusta. Michele Misseri sicuramente non partecipò all'omicidio della povera Sarah perchè sarebbe l'unico caso al mondo di un uomo che uccide e non sa con quale arma, non sa dove, non sa quando, e non ha fatto ritrovare l'arma del delitto".
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