Silvia Bizio per “la Repubblica”
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È dappertutto: in tv con Big little lies e Top of the lake e ora torna al cinema dopo i recenti Destroyer e Boy Erased. Bellissima a 52 anni, premio Oscar nel 2003 per The Hours , Nicole Kidman sta davvero godendo di una piena maturità artistica, professionale, personale.
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È ora protagonista del film Il cardellino , diretto dal regista teatrale John Crowley, tratto dal romanzo bestseller di Donna Tartt, Pulitzer del 2014 per la narrativa. Accolto tiepidamente all' esordio nelle sale americane, sarà nei cinema italiani dal 17 ottobre e tratta la vicenda di un uomo, Theo Decker, che da bambino era stato accolto da una famiglia ricca dell' Upper East Side di New York dopo la morte della madre nel corso di un attacco terroristico al Metropolitan Museum of Art. La Kidman ha il ruolo di Mrs. Barbour, la donna che accoglie il ragazzino.
Confuso dalla tragedia, Theo ruba un artefatto dal valore inestimabile conosciuto come Il cardellino che lo seguirà poi nel corso della sua vita, con conseguenti avventure che sconfinano nella criminalità.
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Anche lei, come il personaggio del libro e del film, ha un rapporto così stretto con l' arte?
«Sono cresciuta in mezzo all' arte. Mia madre dipingeva, e quando ero ragazzina mi portava sempre alle gallerie d' arte, ai musei, ai vernissage, prima a Washington D.C.
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, poi a Sydney, in Australia. E anche all' opera: insomma sono cresciuta circondata dall' arte in tutte le sue forme. È grazie a lei se sono diventata attrice».
Un momento importante nel suo incontro con l' arte?
«Sicuramente in Italia a 16 anni, ero con una mia amica e visitai la Cappella Sistina e poi via via scoprii i vari maestri in tutta Europa. Vedere questi capolavori coi miei occhi mi ha illuminata. Ricordo ancora l' emozione. Da Roma andammo a Parigi, e al Louvre vidi la Monna Lisa e rimasi ipnotizzata.
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Quest' anno ci ho portato le mie bambine, ed erano anche un po' imbarazzate a vedere tutte queste statue di bellissimi uomini nudi prima di arrivare alla Gioconda! Ma poi ne sono rimaste ipnotizzate, come me da giovane».
Conosceva il libro di Donna Tartt?
«Sì. Il film, come il libro, ha un senso di poesia, quasi Dickensiano, con personaggi che vanno e vengono dalla storia in una trama che segue il ragazzino nel corso degli anni. Ed è intrigante come il mio personaggio, che all' inizio non dice quasi nulla, ti faccia capire lentamente il suo legame con il ragazzo.
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Ma quello che avevo trovato più affascinante nel libro, e che abbiamo cercato di mantenere nel film, è che questa donna, traumatizzata da cose che all' inizio non conosci, cerca di proteggere se stessa nel desiderio di far entrare un altro bambino nella sua vita.
Questo film è un' odissea, quasi una poesia, rarissimo al giorno d' oggi. Ed è importante che la Warner Brothers abbia fatto un dramma per adulti in questo periodo, perché con uno studio in meno (si riferisce alla Fox, comprata dalla Disney, ndr ) sarà sempre più difficile fare film come questo».
Lei non hai mai avuto paura delle trasformazioni fisiche sullo schermo, grande o piccolo. E in questo film si mostra invecchiata.
«A volte vedo mia madre in quelle immagini! Così sarò e nell' intimo già così sono. Da una parte mi inquieta, quando mi vedo così, trucco e tutto quanto, dall' altra mi piace e mi diverto. Un attore vero è sempre un camaleonte, così io mi considero.
Sono una mutante, abbraccio il mutamento».
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Che dicono i suoi figli quando la vedono così?
«A volte rimangono inorriditi! [ride] Ma allo stesso tempo hanno l' età in cui iniziano a capire la forma artistica della recitazione, che è sempre anche trasformazione, e iniziano ad apprezzarla. Strano, perché fino a poco tempo fa sembrava che disprezzassero questa arte, invece adesso se ne stanno innamorando.
Si innamorano della recitazione, e vogliono più bene a mamma! La più grande, che ha undici anni, è già fissata con il cinema, investe tutti i soldini che ha nel comprare attrezzature cinematografiche, passa le giornate in giardino a fare filmini.
La più piccola sembra più affascinata dalla recitazione. Vedremo. Per il momento sono assolutamente a favore di tutto quello che vogliono fare».
nicole kidman oggi se fosse una donna normale
A dicembre inizierà un altro progetto, un altro musical dopo "Moulin Rouge": "The Prom".
«Vi ho trascinato dentro Meryl Streep, con cui sono diventata grande amica nel corso della nuova stagione di Big little lies . Siamo state insieme a New York a teatro a vedere The Prom : l' autore Ryan Murphy dietro le quinte alla fine dello show ci ha proposto di recitare nel film tratto dal musical. Dopo le tragedie di Big little lies avevamo bisogno di un po' di leggerezza. Meryl si era divertita molto con MammaMia! e non ha esitato a dire di sì. Sarà bellissimo.
tom cruise nicole kidman e i figli
Una cosa molto alla Bob Fosse e All That Jazz . L' altro mio mito insieme alla Monna Lisa. Jazz e Da Vinci. Sono fatta di queste due paste».
Famiglia, figli, lavoro. A 50 anni passati sembra più occupata che mai. Come fa a gestire tutto?
«Come se non bastasse ho finito di girare un' altra serie tv, The Undoing .
Ma in questo momento sono libera, mamma e moglie e basta. Penso alle madri che lavorano in fabbrica, o che emigrano coi figli in odissee pericolose per assicurare loro un futuro. Io in confronto non sono nessuno.
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