I MISTERI DEL COLLATINO - DELITTO VARANI, PRATO NON RISPONDE AL PM - SI PENSA CHE SULLA SCENA DEL DELITTO SIA ARRIVATA UNA TERZA PERSONA CUI I DUE RAGAZZI AVREBBERO CHIESTO AIUTO PER OCCULTARE IL CADAVERE - LE CHIAMATE AD "ALEX DELLA TIBURTINA": “QUESTI ME VOLEVANO AMMAZZA’” -

L’avvocato di Prato: “Non ha parlato poiché gli veniva contestata la premeditazione” - Si cerca la “biondina”: gli inquirenti ritengono che la testimonianza della ragazza potrebbe essere utile per chiarire circostanze importanti sul delitto.... -

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PRATO FOFFO PRATO FOFFO

Chiara Pellegrini per “Libero Quotidiano”

 

Marco Prato, uno dei due giovani accusati della morte di Luca Varani, non ha voluto parlare di fronte al pubblico ministero della procura romana, Francesco Scavo. Prato, detenuto nel carcere di Regina Coeli, davanti al pm si è avvalso della facoltà di non rispondere. A parlare al posto di Prato - che da giorni piange in cella, «niente pulirà la mia coscienza», e che chiede di rendersi utile «mi sono anche offerto di pulire per terra» - ci ha pensato il difensore, Pasquale Bartolo.
 

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Le ragioni del rifiuto ha spiegato l' avvocato sono chiare: «Marco Prato non ha voluto rispondere alle domande del pubblico ministero per un motivo ben preciso: il magistrato ha continuato a contestargli l' aggravante della premeditazione, benché il gip avesse fatto cadere questa contestazione.

 

Prato risponderà alle domande del dottor Scavo quando gli sarà contestata l' imputazione così come è stata indicata dal gip nell' ordinanza con la quale ha confermato l' ordinanza cautelare in carcere».
 

Il pm Scavo, affiancato dalla criminologa Flaminia Bolzan, punta infatti sulla premeditazione, su quella frase di Foffo, «volevamo vedere l' effetto che fa», che induce il pubblico ministero di piazzale Clodio a pensare che Foffo e Prato abbiano accuratamente scelto la preda da scannare.
 

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Nell' ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per indagini preliminari, Riccardo Amoroso, però c' è scritto soltanto «omicidio volontario aggravato dalle sevizie e dalla crudeltà».
 

Il gip, dunque, non ha riconosciuto l' aggravante della premeditazione per la quale, i due, detenuti nel carcere di Regina Coeli, restano indagati. I due accusati forniscono dall' inizio versioni contrastanti dei fatti. Uno scaricabarile continuo che non aiuta inquirenti e magistrati a far luce completamente su quanto accaduto la notte tra il 4 e il 5 marzo scorso, quando Luca Varani, 23 anni, è stato ucciso nell' appartamento di via Igino Giordani.

 

Cosa è accaduto in quelle ore maledette mentre il corpo del giovane giaceva sgozzato ed esangue sul letto del padrone di casa? Secondo gli inquirenti e dai tabulati telefonici Marco Prato si sarebbe messo al telefono, probabilmente per chiedere aiuto a qualcuno.
 

manuel foffo marco prato manuel foffo marco prato

È dall' analisi delle celle telefoniche e dei numeri chiamati che gli investigatori cercano spunti per le indagini. Si pensa infatti che sulla scena del delitto sia arrivata una terza persona cui i due ragazzi avrebbero chiesto aiuto.

 

Un terzo uomo o una donna a cui Foffo e Prato potrebbero avere chiesto aiuto per sbarazzarsi del cadavere di Varani. Con la casa ripulita grazie agli stracci chiesti a Foffo alla madre, che abita al piano di sopra dell' appartamento degli orrori, non restava che occultare il cadavere.
 

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Cosa è andato storto? Era questo il piano? Dai tabulati telefonici emergono chiamate al tristemente famoso "Alex della Tiburtina". Alex è passato per via Igino Giordani ma sempre soltanto per sniffare droga. «"Vieni, c' è una festa. Ci sono tante caramelle" e invece questi me volevano ammazzà». Della ragazza bionda del treno, quella che Varani avrebbe incontrato a bordo del treno Viterbo-Roma, prima di essere torturato e ucciso brutalmente ancora non si sa nulla.
 

Anche ai funerali di Varani, avvenuti venerdì scorso, i carabinieri mischiati tra la folla hanno cercato di riconoscere la giovane donna, che avrebbe parlato con Luca sul treno regionale Fm3, la mattina del quattro marzo scorso. I due, avrebbero condiviso il tragitto almeno nella tratta tra le stazioni di Valle Aurelia e Quattro Venti, occupando un posto nella parte superiore di una carrozza a due piani.
 

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Gli inquirenti ritengono che la testimonianza di questa ragazza bionda dai capelli lunghi fino alle spalle potrebbe essere utile per chiarire circostanze importanti sul delitto. Intanto è prevista per domani l' udienza del Riesame per la richiesta di scarcerazione presentata dai legali Prato.

 

 

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