Ammassati nei bus, senza alcuna possibilità di distanziamento fisico in piena pandemia. È questa la condizione di viaggio che affrontano ogni giorno migliaia di pendolari a Roma, tra vaccinati e non. Di spazio a bordo degli autobus Atac già ce n’era poco, ma ancor meno dall’8 marzo 2020, quando Atac vietò agli utenti di salire nella parte anteriore delle vetture, chiudendo la porta davanti e perimetrando lo spazio a tutela del conducente.
Una ripartizione che adesso infuria però gli utenti, pressati nei due terzi delle vetture e separati da una catenella di sicurezza che, se rimossa, potrebbe aiutare i viaggiatori a guadagnare un po’ di spazio a bordo dei bus e favorire il distanziamento, evitando ulteriori contagi. “Perché noi dobbiamo viaggiare schiacciati quando potremmo avere qualche metro in più per proteggerci dai contagi?”, è quanto afferma una pendolare sul bus sostitutivo del tram 19, che ogni giorno si affolla già dalla banchina di studenti a lavoratori. È un’odissea quotidiana che riguarda tante altre linee.
Il Ministero suggerisce la rimozione, la catenella resta a discrezione di Atac
Un cordone della discordia che, in realtà, potrebbe essere tolto secondo protocollo sanitario, ma la norma ha in realtà più un carattere facoltativo. Il 12 novembre il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, sulla base del protocollo firmato dai Ministri Speranza e Giovannini, ha reso note infatti le disposizioni aggiornate in materia di trasporti, con effetti anche sui mezzi pubblici locali e gli autobus di percorrenza urbana.
“È prevista la possibilità per i passeggeri di utilizzare anche la porta anteriore – si legge nel protocollo ministeriale - prevedendo l’installazione di un separatore protettivo dell’area di guida e il riavvio graduale della vendita dei biglietti e delle attività di controllo a bordo, garantendo al personale la dotazione di mascherine chirurgiche o di livello superiore”.
Nessun obbligo perciò impone all’azienda di trasporti la rimozione forzata di quella catenella che ogni giorno separa il conducente dagli utenti a mo’ di torre d’avorio, tantopiù perché, spiega Atac incalzata da RomaToday. “La catenella può essere rimossa solo nel caso in cui le vetture siano ermetiche e il conducente adeguatamente protetto”. Di fatto, “Non basta una paratia di vetro a salvaguardare gli autisti dai contagi, per questo oltre al gabbiotto c’è anche un cordone di sicurezza, una cosa non esclude l’altra. Se la vettura è dotata di un gabbiotto protettivo, allora la catenella è opzionale, se invece l’autobus è sprovvisto di chiusura ermetica, il distanziamento del conducente via catenella è necessario”, precisa Atac.
Uno spazio che, per USB, è previsto comunque per legge. “I due posti alle spalle del conducente erano già riconosciuti via Dpcm, tant’è che Atac ci inoltrò una lettera dicendo di delimitarli e renderli disponibili solo per gli ipovedenti”, sostiene Michele Frullo. Per tutti gli altri, invece, lo spazio anteriore dei bus rimane tuttora offlimits, anche se a ore il Super Green Pass, in vigore dal 6 dicembre fino al 15 gennaio 2022, potrebbe modificare ulteriormente le nuove disposizioni.
“Ci stiamo comunque attivando per venire incontro alle richieste degli utenti e salvaguardare comunque i nostri dipendenti – prosegue Atac - Circa 750 bus a Roma hanno oggi la cabina chiusa e su quelli possiamo intervenire rimuovendo la catenella, ma sui bus datati e senza chiusure ermetiche no”. Stando ai dati Atac perciò, su gran parte dei bus di Roma lo spazio anteriore può essere recuperato, ma il parere dei sindacati è diverso. “Quasi il 40% dei bus Atac oggi è senza divisorio, solo 1/3 è blindato e gli autisti non sono protetti”, afferma Daniele Fuligni, di FILT-CGIL.