LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI GABBY PETITO - IN AMERICA, UNA RAGAZZA PARTE CON IL FIDANZATO VERSO LE MONTAGNE ROCCIOSE E SCOMPARE, MENTRE IL RAGAZZO TORNA A CASA E SI AVVALE DELLA FACOLTÀ DI NON RISPONDERE – LO SCORSO AGOSTO ERANO STATI AVVISTATI NELL UTAH: UN TESTIMONE AVEVA VISTO GABBY DARE UNO SCHIAFFO AL FIDANZATO PRIMA CERCARE DI BUTTARSI DENTRO AL CAMPER DAL FINESTRINO “COME SE LUI L'AVESSE CHIUSA FUORI E LEI CERCASSE DISPERATAMENTE DI ENTRARE” – IL LITIGIO TRA I DUE ERA DIVENTATO TALMENTE ACCESO CHE...

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Michele Farina per il "Corriere della Sera"

 

Gabby Petito è scomparsa, e se qualcuno sa dov' è non parla. Si nasconde dietro la facoltà di non rispondere alle domande della polizia il suo compagno, Brian Laundrie, 23 anni, uno più di lei: il primo di settembre è tornato a North Port, Florida, nella casa dove abitava con Gabby. Solo. Come se niente fosse. 

 

Dieci giorni dopo i genitori della ragazza, che l'avevano sentita al telefono per l'ultima volta alla fine di agosto, denunciano la sua sparizione, implorando il fidanzato di raccontare quel che è successo alla figlia. Lui invece sta zitto, racconta l'avvocato Steven Bertolino (un nome e un atteggiamento che sembrano usciti da un racconto di Elmore Leonard), perché «in questi casi tutto ciò che dici, anche se non hai responsabilità, può essere usato contro di te». 

 

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Secondo Bertolino «le ricerche si stanno concentrando» sulle montagne e nelle valli del Grand Teton National Park, «e tutti speriamo che Miss Petito possa riabbracciare presto la sua famiglia». Una storia cominciata come tante: due giovani che vanno verso il West con un piccolo camper, dando le spalle agli stress della pandemia. On the road lasciano tracce felici su Instagram, baci, sorrisi. 

 

Viaggiano verso le Montagne Rocciose e in direzione di un matrimonio annunciato anche se ancora senza data. Erano partiti a luglio, a bordo del Ford bianco di Gabby riadattato a casa viaggiante. Ad agosto qualcuno li avvista nello Utah, a Moab, mentre litigano sonoramente fuori da un negozio di cibi organici. 

 

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Così sonoramente che quel qualcuno, identificato nei verbali come Christopher, chiama la polizia. Il testimone vede Gabby dare uno schiaffo a Brian e, poco dopo, buttarsi nel van dal finestrino della portiera, «come se lui l'avesse chiusa fuori e lei cercasse disperatamente di entrare». 

 

Gli agenti fermano il van vicino alla svolta per l'Arches National Park. Luoghi meravigliosi, eppure nei verbali il poliziotto racconta che Gabby per tutta la durata della sosta non ha mai smesso di piangere. Brian dice che quelle settimane di viaggio hanno creato una situazione di stress emotivo, mentre lei in lacrime, respirando a fatica, racconta del suo stato di «ansia profonda», della sua salute mentale messa in crisi da «piccoli, continui litigi quotidiani». 

 

il viaggio di gabby petito e brian laundrie il viaggio di gabby petito e brian laundrie

Lui aggiunge che la paura di essere mollata per strada ha innescato in Gabby una rabbia incontrollabile, e questo spiega i piccoli graffi che gli agenti riscontrano sul volto e sul braccio destro del giovane. Entrambi implorano che non venga aperto alcun procedimento. «Dicevano di essere innamorati, di avere intenzione di sposarsi» ha raccontato l'agente Pratt. 

 

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E poi Gabby non mostra segni di violenza. Così i poliziotti ordinano ai due di prendersi una notte di pausa. Brian in camper, Gabby scortata in un hotel di Moab (nell'ambito del progetto «Safe Haven»). Un rifugio sicuro e poi si riparte. Piccoli graffi, piccoli litigi, piccolo suona il cognome di Miss Petito. Se si scoprisse che lei è sana e salva da qualche parte, si confermerebbe una piccola storia anonima. Ma Gabby non si trova. E chi sa qualcosa non parla.

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