Gloria Bertasi per www.corriere.it
Almeno ventimila turisti fantasma che nei giorni di Pasqua hanno sicuramente dormito a Venezia ( l’aggancio dei cellulari alle celle dei ripetitori non mente), ma non si sa dove. Qualcuno sui social ironizza: «C’erano visitatori sotto i ponti e non ce ne siamo accorti». Altri, come il consigliere comunale Marco Gasparinetti (Terra e Acqua), chiedono verifiche.
C’è infatti il timore di un boom del nero: «Delle due, l’ una — dice — o davvero migliaia di persone hanno dormito all’addiaccio o esistono “x-mila” locazioni turistiche che eludono fisco e questura e andrebbero stanate». Nel pieno delle polemiche per la ressa del ponte pasquale non è passato inosservato il dato dei 101 mila ospiti di hotel, b&b e alloggi turistici tra venerdì e sabato a fronte di 160 mila presenze e dei centomila delle due notti successive con, rispettivamente, 140 mila e 130 mila visitatori.
Il numero dei posti letto (ufficiali) non torna
C’è in effetti un problema: tra centro storico, isole e terraferma non ci sono 101 mila e passa posti letto. Secondo i dati ufficiali ci sono 81.849 posti nell’intero territorio comunale, di cui 32.562 in hotel e 49.287 nell’extra-alberghiero, ossia bed and breakfast, affittacamere e case vacanza. E in centro storico, sono 18.898 i letti negli alberghi e 40.491 nel ricettivo modello Airbnb.
Qualcuno potrebbe pensare che i numeri della Smart control room non siano precisi, ma non è così: il sistema (nel rispetto delle norme sulla privacy) riesce a vedere qualsiasi cellulare sia in città. E per capire chi soggiorna in laguna si contano gli smartphone presenti alle 4 di notte. Se ne riesce a comprendere la provenienza (per dire, a Pasquetta c’erano 35.990 residenti a casa) e dove si trovano.
Il margine di errore c’è: chi non ha il cellulare (come i bambini) o lo tiene spento sfugge al conteggio. Per gli altri non c’è scampo. Sorge dunque il dubbio che qualcuno abbia cercato di assicurarsi un guadagno esentasse. «Dovremo fare verifiche sulla congruità dei dati», dice il comandante dei vigili Marco Agostini. «Riprenderemo i controlli», aggiunge la Guardia di finanza.
Prenotazioni per far luce sui «coni d’ombra»
Per il futuro, molti contano che l’obbligo di prenotazione faccia luce sui coni d’ombra del turismo veneziano: prenotando la visita tutto sarà, per forza di cose, trasparente. «La prenotazione dà una sicurezza in più a tutti — commenta Salvatore Pisani, Confindustria Turismo Venezia — in particolare ai turisti che avranno certezza di avere servizi adeguati».
Approva la decisione di introdurre dall’estate il booking a Venezia l’onorevole dem Nicola Pellicani: «Non entro nel merito del provvedimento dell’amministrazione che ancora non è pubblico — precisa — ma prenotare la visita è la strada giusta, al contrario di proposte improbabili come i tornelli». Fermo restando che la decisione spetta al Comune e che «da noi i turisti sono sempre ben accetti», per il presidente del Veneto Luca Zaia «Venezia è sotto pressione e andrà prenotata» come si fa con musei, ristoranti e mezzi pubblici.
Le associazioni
Preferirebbe che si fossero realizzati i terminal, inseriti nel Piano regolatore nel 1996, Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione veneziana albergatori. «I numeri degli ospiti di Pasqua in effetti non tornano — premette — La prenotazione dovrebbe essere l’ultimo tassello di un programma con i turisti fatti arrivare a Tessera e Fusina e da lì portati a Venezia». Plaudono invece alla scelta del sindaco Luigi Brugnaro Confesercenti e associazione Piazza San Marco («è la strada giusta»), nicchiano gli esercenti. «Il numero chiuso va messo a San Marco e Rialto, non ovunque», sostiene Ernesto Pancin, direttore di Aepe.
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