Federico Gervasoni per la Stampa
Dopo quasi tre settimane di incessanti ricerche sono state le gelide acque del Lago di Garda a restituire il corpo senza vita di Marco Boni, lo studente sedicenne originario di Tione in provincia di Trento e scomparso nel nulla lo scorso 16 febbraio.
Il tragico ritrovamento è avvenuto ieri mattina intorno alle 12 in zona "Sperone" a Riva del Garda, con il cadavere individuato dai sommozzatori della polizia di Stato di La Spezia a poco più di venti metri di profondità incastrato fra le rocce del lago. Come c' è arrivato laggiù? Un mistero. Soltanto l' autopsia (non ancora fissata) potrà dare agli inquirenti la prima tessera del mosaico da ricostruire per capire se si sia trattato di un fatale incidente oppure di suicidio.
Per il momento, dopo una prima ispezione cadaverica non sono stati ritrovati evidenti segni di violenza sul corpo, il che sembrerebbe escludere l' omicidio. Venerdì 16 febbraio, il giorno della sua scomparsa, Marco avrebbe dovuto incontrare la madre una volta uscito da scuola, il Liceo Classico Andrea Maffei di Riva del Garda. Tuttavia, a quell' appuntamento non ci è mai arrivato, così sin da subito erano scattate le ricerche, concentratesi in particolare sui sentieri che dominano dall' alto il Benaco.
Massiccia la presenza di vigili del fuoco, uomini del soccorso alpino e varie forze dell' ordine impegnate sul campo nella speranza di ritrovare vivo il ragazzo. Le ricerche erano state portate avanti anche con l' ausilio di droni e robot subacquei in cerca di una risposta positiva che però non è mai arrivata. Soltanto nei giorni scorsi le telecamere di un' abitazione privata di Riva del Garda avevano ripreso il sedicenne mentre nel pomeriggio della scomparsa da solo si dirigeva verso il sentiero panoramico del Ponale.
Preziosa era stata poi la testimonianza di un sessantenne albanese che sosteneva di aver scambiato alcune parole con Marco, proprio nelle vicinanze dell' altura. Un sentiero chiuso da novembre per lavori di messa in sicurezza e il cui accesso è attualmente sbarrato da un imponente cancello.
Nessuna strada alternativa avrebbe dunque potuto percorrere il liceale per proseguire la passeggiata, se non tornare indietro verso il centro abitato. Famiglia benestante e molto conosciuta a Tione, dove il padre Guido è lo storico farmacista del paese, Marco era un ragazzo che per il suo aspetto un po' retrò e l' atteggiamento teatrale, non passava di certo inosservato tra i coetanei. Amante della lettura e molto brillante nello studio, sin da subito la pista dell' allontanamento volontario non aveva convinto gli uomini della Questura di Trento che hanno coordinato le indagini.
Così tra finti avvistamenti in particolare nel Bresciano, pareri di sensitivi e appelli di amici, del suo caso si erano occupate anche trasmissioni come "Quarto Grado" e "Chi l' ha visto". Le ricerche sono proseguite senza sosta con l' angoscia crescente dei suoi genitori sino al terribile epilogo di ieri mattina. Ora, prima di giungere a una conclusione certa, è complicato il lavoro che spetta agli inquirenti, chiamati a lavorare su una vicenda intricata e dai contorni ancora tutti da definire.