IL MONDO È IN FIAMME: DOPO LO SRI LANKA, ANCHE A PANAMA SCOPPIA LA RIVOLTA! – I CITTADINI SONO INCAZZATI NERI: IL COSTO DEL CARBURANTE È AUMENTATO ESPONENZIALMENTE, CREANDO UN EFFETTO A SPIRALE SUI PREZZI DI CIBO E MEDICINE, CHE INIZIANO A SCARSEGGIARE. IL TUTTO MENTRE LE COMPAGNIE PETROLIFERE FANNO AFFARI MILIARDARI, A SCAPITO DEL RESTO DELLA POPOLAZIONE: IL 20% È IN SITUAZIONE DI POVERTÀ. ALLO SCOPPIO DELLE PROTESTE, IL PRESIDENTE DI PANAMA NON SI TROVAVA NEL PAESE, MA STAVA VIAGGIANDO NEGLI USA…. – VIDEO: LE MACCHINE PASSANO SOPRA I MANIFESTANTI

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Estratto dell’articolo di Diego Battistessa per www.ilfattoquotidiano.it

 

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Anche Panama dal 5 di luglio si è unita all’ondata di proteste che hanno scosso l’America latina negli ultimi mesi. Il paese centroamericano vive oramai da due settimane un estallido social iniziato nella città di Santiago de Veraguas, capitale della provincia di Veraguas (250 km a ovest di Ciudad de Panama).

 

La ragione principale della protesta diventata poi massiva ed estesa a tutto il territorio riguarda l’aumento del costo del carburante, il cui prezzo è lievitato quasi del 50% dall’inizio dell’anno. Lo stato centroamericano affronta la sua maggiore crisi economica dopo la caduta del dittatore Manuel Antonio Noriega nel 1989 (avvenuta dopo l’invasione delle truppe statunitensi) con un tasso di inflazione che supera i quattro punti percentuali e con una disoccupazione al 10%.

 

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In questo scenario post Covid-19, dove l’economia fatica a riprendersi nonostante il canale di Panama continui a produrre duemila milioni di dollari di gettito fiscale annuo, si stima che il 20% della popolazione (circa 800 mila persone delle 4,2 milioni che vivono nel paese) si trovi in situazione di povertà: questo dato colloca Panama come uno dei paesi con il maggior tasso di disuguaglianza nel mondo.

 

L’economia del paese centroamericano è “dollarizzata” e questo, già prima della crisi del petrolio provocata dall’invasione russa dell’Ucraina e dalle conseguenti sanzioni combinate da Usa e Ue, manteneva i prezzi del paniere di consumo relativamente alti per la maggior parte della popolazione.

 

Ora però la situazione per la gente de a piè (il popolo) è diventata insostenibile perché l’aumento del costo dei carburanti ha provocato un’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari e delle medicine causando situazioni critiche in molte case panamensi.

 

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Inoltre gli altissimi prezzi del carburante che hanno creato un effetto a spirale su tutto il resto arrivano proprio mentre le grandi compagnie petrolifere fanno registrare enormi guadagni, così come denunciato dal mezzo di comunicazione indipendente panamense Antonima.

 

Nelle scorse settimane era stato presentato nell’assemblea nazionale dal deputato Luis Ernesto Carles un progetto di legge che chiedeva di sospendere per almeno tre mesi la tassa statale sui carburanti liquidi, che incide per 60 centesimi di dollaro sul prezzo finale. Il presidente panamense Cortizo però ha posto il veto sulla proposta di legge, impedendone l’attuazione e aprendo la porta a un aumento indiscriminato del prezzo del carburante.

 

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Allo scoppio delle proteste inoltre il presidente di Panama non si trovava nel paese ma stava viaggiando negli Usa, precisamente a Houston. Laurentino Cortizo infatti aveva già annunciato a fine giugno che gli era stato riscontrato un cancro e per questo aveva annunciato che sarebbe andato in Texas a inizio luglio per chiedere un secondo parere. [...]

 

 

 

 

 

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