1 – ANTICORPI MONOCLONALI, PER CRISANTI «SONO UNO SPRECO DI SOLDI». MA RICCIARDI: «UTILI PER LE PERSONE A RISCHIO»
Simone Pierini per www.leggo.it
Opinioni diverse. Sono quelle che emergono da alcuni esponenti del mondo scientifico italiano sul tema degli anticorpi monoclonali che in questi giorni hanno ottenuto il via libera dall'Agenzia del farmaco italiano. Da una parte vengono visti con ottimismo, uno strumento fondamentale per prevenire l'insorgere della gravità della malattia. Dall'altra considerati poco utili perché non efficaci su chi è già alle prese con la fase peggiore del Covid.
walter ricciardi al meeting di rimini
Per il virologo Andrea Crisanti - ospite di "Oggi è un altro giorno" su Rai1 - «gli anticorpi monoclonali vanno bene per chi non ne ha bisogno. Perché fondamentalmente hanno un effetto per i casi moderati e non gravi» di Covid-19. «Penso sia uno spreco di soldi senza precedenti. In presenza di un vaccino, spendere 2-4mila euro per un anticorpo monoclonale senza nessun dato che dimostri che» questi farmaci «sono in grado di prevenire l'infezione grave, quando poi c'è il trial dell'Eli Lilly che dimostra che nei pazienti gravi sono controproducenti, penso che sia sbagliato».
Di tutt'altro tono il parere di Walter Ricciardi, professore di igiene all'Università Cattolica di Roma e consigliere del ministro della salute Roberto Speranza, intervenendo durante la trasmissione Agorà, su Rai3. «È una buona notizia - ha dichiarato - perché se somministrati all'esordio della malattia in alcuni soggetti particolarmente a rischio di complicanze, evitano l'aggravamento della malattia. E il fatto che il ministro Speranza abbia trovato, non solo il mondo ma anche i fondi per ottenerli, è un'ottima notizia».
Per il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, che ha parlato in occasione dell'avvio delle vaccinazioni degli over80, «i vaccini e gli anticorpi monoclonali sono le due armi strategiche che ce lo faranno sconfiggere. Abbiamo messo in campo una macchina poderosissima a cui non corrisponde in questo momento la stessa disponibilità dosi».
2 – "USEREMO I MONOCLONALI PER I CASI GRAVI SONO GLI UNICI FARMACI CHE BATTONO IL VIRUS"
Francesco Grignetti per "La Stampa"
L'Agenzia italiana per il farmaco è la trincea avanzata contro il Covid, là dove si mettono a punto le armi contro il nemico. Ha appena autorizzato l' uso degli anticorpi monoclonali che finora sembrano l' unico farmaco in grado di sconfiggere il virus.
«Un provvedimento eccezionale che risponde a un' esigenza eccezionale», precisa il direttore generale Nicola Magrini. Sulla campagna vaccinale è ottimista, ma anche cauto.
«Abbiamo adottato un approccio gentile, di cui le primule sono il simbolo, perché speriamo di essere convincenti».
Ma quando vede che molti, troppi del personale sanitario rifiutano la vaccinazione, e crescono le ritrosie nella scuola, sembra tentato di mettere la gentilezza da parte. «La risposta finora è buona. Se le cose cambiassero, potremmo scegliere soluzioni più drastiche».
Magrini, quanto sono importanti i monoclonali?
«In assenza di una decisione di Ema, i pareri di Aifa sono positivi, ma cauti, perché ci si basa su dati che definiamo "preliminari" e "immaturi". In parole semplici, i monoclonali hanno dato iniziali e promettenti risultati in pazienti nelle prime fasi della malattia. Non in pazienti gravi e già ospedalizzati.
Per questi ultimi, gli studi a un certo punto sono stati addirittura interrotti perché era inutile continuare. Avendo però visto casi di relativo miglioramento in questi pazienti che ho detto, si è deciso di autorizzarne l' uso, circoscrivendolo. Non si tratta comunque del -70% enfatizzato da molti, ma di un possibile -5% o -10% di ricoveri».
La somministrazione è complessa. Si potrà fare solo in ospedale o anche a casa?
«Parliamo di una somministrazione in infusione, per via endovenosa, che dura, a seconda del prodotto, una o tre ore. E poi occorre un' altra ora di osservazione perché non ci siano effetti indesiderati.
Quindi, se fatto a domicilio, occorrerà una equipe qualificata che sia ben schermata e che dovrà sostare molte ore con il paziente. Se ci fossero ambulatori, dovranno essere dedicati. E poi si può pensare alla somministrazione ospedaliera».
Non sarà uno scherzo.
«Visto che la parte organizzativa è indubbiamente rilevante, la cura potrà essere somministrata a un numero limitato di persone».
E quali pazienti dovrebbero essere trattati con gli anticorpi monoclonali?
«Pazienti a rischio, che prendono certi farmaci, o hanno particolari patologie: chi è in dialisi, o ha la fibrosi polmonare, assume farmaci immunosoppressori, i grandi obesi.
Aggiungo che gli studi non sono finiti.
Aifa stessa promuove un bando che si chiuderà lunedì prossimo per avere protocollo di studio comparativo sull' efficacia dei diversi monoclonali: finora sono due, ma ne arriveranno presto almeno altri tre. A sua volta, l' agenzia europea Ema ha iniziato la revisione per Regeneron ed è pronta ad accogliere altre richieste».
Ha fatto scalpore la notizia che il Sudafrica abbia sospeso la somministrazione di AstraZeneca perché quel vaccino pare inutile contro la «loro» variante del Covid-19.
«Sull' effetto delle varianti, e su ogni dubbio che i cittadini possono nutrire, quanto prima ci saranno le risposte pubblicate su Aifa.it, il nostro sito. Noi procediamo per ora convintamente: questo vaccino per la popolazione di lavoratori a maggior rischio, quelli in rapporti con il pubblico, è un ottimo strumento di controllo del virus».
Eppure cresce una certa sfiducia. Perché gli under-55 dovrebbero correre a vaccinarsi se poi la copertura oscilla sul 60%?
«Guardi, mentre i due vaccini Pfizer e Moderna rappresentano un' ottima protezione individuale, AstraZeneca è meno efficace, ma fornisce comunque una protezione di buon livello, e serve a limitare la diffusione della malattia come sta emergendo dall' esperienza inglese.
Con AstraZeneca ci stiamo orientando ad allungare il periodo a 12 settimane tra prima e seconda dose: sempre restando nell' intervallo approvato, gli studi dicono che aumentando le settimane, aumenta anche l' efficacia. Può salire all' 82%. Mi sembra una buona notizia».
Ci sono molti dubbiosi, persino nel personale sanitario.
«I dubbi tra il personale sanitario, in particolare la componente non medica, sono un fenomeno da prendere molto seriamente, ma pacatamente.
Noi abbiamo scelto un approccio informato e gentile. Le Primule sono nate anche per questo, come idea, e continuo a sperare che si facciano, al fine di essere un invito informato e accogliente alla popolazione. Perché la vaccinazione non vuol essere un atto d' imperio.
Certo, in presenza di scarsa adesione, e ridotta capacità informativa e di coinvolgimento, possono esserci soluzioni più drastiche. Ma rimaniamo per ora verso un' adesione che sembra essere buona».
ELI LILLY DI SESTO FIORENTINO ANDREA CRISANTI nicola magrini 2 ASTRAZENECA GLI ANTICORPI MONOCLONALI walter ricciardi al meeting di rimini 1