MORIRE DI OSPEDALE - UN NEONATO PREMATURO UCCISO DA UN BATTERIO AGLI SPEDALI CIVILI DI BRESCIA. CONTAGIATO ANCHE IL GEMELLINO E ALTRI 10 BIMBI - OGNI ANNO MIGLIAIA DI PERSONE MUOIONO PER INFEZIONI DA BATTERI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI, E MOLTI SE LE PRENDONO IN OSPEDALE. IL SERRATIA MARCESCENS È PRESENTE NEL SUOLO, NELLE ACQUE SUPERFICIALI E DI SCARICO, SULLE PIANTE, NEGLI INSETTI, NEGLI ANIMALI E NELL'UOMO. SINTOMI E CURE

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1. BATTERIO UCCIDE NEONATO IN OSPEDALE

Federico Gervasoni per ''la Stampa''

 

 

Un neonato prematuro è morto martedì 6 agosto all' Ospedale Civile di Brescia.

i batteri dei nostri letti i batteri dei nostri letti

Ad ucciderlo è stata un' infezione provocata dal batterio noto come Serratia marcescens. Il piccolo, figlio di una donna italiana, ha un gemellino che attualmente si trova ricoverato per lo stesso motivo ma in condizioni stabili.

 

Dopo il decesso, il reparto è stato visitato dai carabinieri del Nas che hanno acquisito tutta la documentazione e fatto i primi accertamenti sul personale in modo da raccogliere tutti gli elementi utili per l' indagine. Ma non sono gli unici casi diagnosticati: «Presso il reparto di terapia intensiva neonatale - scrive la direzione dell' ospedale bresciano - si è sviluppato un focolaio epidemico di infezione della Serratia marcescens, caratterizzato da tre casi di sepsi neonatale, un' infezione alle vie urinarie e tre di colonizzazione».

 

L' autopsia

Per far luce sulle cause e sulla gestione del contagio, la Procura di Brescia ha aperto un' inchiesta e disposto l' autopsia sul corpo del bimbo.

Nel frattempo, la direzione degli Spedali Civili di Brescia ha attivato il comitato di sicurezza infettiva e messo in atto tutte le misure di contenimento sanitarie.

morti causate da batteri resistenti agli antibiotici morti causate da batteri resistenti agli antibiotici

 

Nelle prossime settimane la situazione continuerà ad essere mantenuta sotto stretta osservazione e l' accettazione del reparto continuerà a rimanere chiusa, così da poter liberare gli ambienti di degenza e procedere a una ulteriore bonifica. «Attualmente - si legge nella nota diffusa ai media dal Civile - dei dieci neonati positivi per Serratia sei sono ancora degenti. E, dei restanti ventisette risultati negativi allo screening, dieci sono stati dimessi mentre diciassette si trovano ancora ricoverati».

 

L' infezione colpisce il sistema gastrointestinale dei neonati prematuri, in particolare quelli con le difese immunitarie molto basse.

Il batterio in questione è particolarmente resistente all' aggressione degli antibiotici e precedentemente era stato isolato in alcuni dei piccoli pazienti ospiti nel reparto di Patologia neonatale.

 

Inoltre, la Serratia marcescens è il ceppo più diffuso della Serratia, batterio killer che viene contratto per la maggior parte dei casi in ambito ospedaliero. Esso si manifesta attraverso sintomi come febbre, brividi, insufficienza respiratoria, shock settico e viene combattuto con terapie antibiotiche. Il piccolo paziente deceduto aveva riscontrato insieme con altri due neonati i primi segnali dell' infezione a partire dallo scorso 20 luglio.

 

troppo sapone puo renderci piu esposti ai batteri troppo sapone puo renderci piu esposti ai batteri

Lo choc Successivamente ha sviluppato segni clinici da choc settico e diversamente dagli altri due malati il quadro clinico è progressivamente peggiorato sino alla morte. Nei prossimi giorni si conosceranno meglio gli sviluppi sul fronte giudiziario di questa vicenda, in attesa soprattutto dei riscontri eseguiti dai carabinieri del Nas.

 

Casi di infezione se ne erano già registrati negli ultimi anni anche negli ospedali di Mantova (nel 2012), Como (nel corso del 2014) e Cosenza (durante il 2016). Ci sono peraltro già state delle piccole vittime: a Pescara, proprio colpite dallo lo stesso batterio attivo a Brescia, nel maggio 2011 morirono tre neonati. Nel capoluogo bresciano al momento non risultano indagati, né vengono evidenziati profili di responsabilità.

 

La regione Lombardia intanto ha chiesto alla Ats di Brescia di avviare una commissione d' inchiesta per verificare che siano state seguite tutte le misure ed eseguite tutte le attività necessarie per evitare le infezioni.

 

Intanto, resta immenso il dolore di una coppia residente in città che dopo aver perso un figlio si aggrappa alle speranze per il gemellino sopravvissuto.

 

 

batteri batteri

 

2. QUEL BACILLO NASCOSTO NEL SUOLO E NELL' ACQUA CHE RESISTE AGLI ANTIBIOTICI

Valentina Arcovio per ''la Stampa''

 

Che tipo di batterio ha ucciso un neonato agli Spedali civili di Brescia, contagiandone altri? Si tratta del Serratia marcescens, un entrobatterio Gram negativo, presente comunemente nel suolo, nelle acque superficiali e di scarico, sulle piante, negli insetti, negli animali e nell' uomo.

 

Negli ultimi anni è stato identificato come responsabile di infezioni invasive con un' incidenza stimata tra il 5 e il 16 per cento di tutte le sepsi neonatali ad esordio tardivo. Il nome della specie «marcescens», è relativo al fatto che il batterio, dopo aver prodotto un pigmento rosso intenso (la prodigiosina), marcisce velocemente in una massa viscosa e di colore rosso.

BATTERI BATTERI

 

Come si contrae un' infezione da serratia? L' infezione da serratia viene contratta soprattutto in ambito ospedaliero, in seguito a un lungo ricovero o all' inserimento di cateteri per via endovenosa, intraperitoneale o urinaria. Ma anche all' inserimento di strumenti medici che agevolano la funzionalità respiratoria o ancora all' effettuazione di trasfusioni di sangue o di infusioni endovenose contaminate. In letteratura sono stati riportati più di 200 casi di epidemia di Serratia marcescens in terapia intensiva neonatale

 

Quali sono i sintomi dell' infezione? L' infezione da serratia può manifestarsi con febbre, brividi, insufficienza respiratoria, shock settico e può associarsi a malattie come infezioni al tratto respiratorio, al tratto urinario, intra-addominali, cutanee, oculari e dei tessuti molli, oltre a meningite, osteomielite e artrite, endocardite, otite e parotite.

 

Quali sono le cure? In generale, le infezioni da serratia vengono trattate efficacemente con gli antibiotici. Negli anziani, nei soggetti con il sistema immunitario compromesso o poco sviluppato, come quello dei neonati, l' infezione può essere molto grave e addirittura letale. Inoltre, negli ultimi anni, sono stati segnalati alcuni ceppi di Serratia marcescens che si sono dimostrati resistenti a diversi antibiotici.

 

 

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 Quindi, non sempre la terapia antibiotica funziona come ci si aspetterebbe e ci si ritrova disarmati contro un' infezione potenzialmente letale. Ci sono altri batteri che oggi sono in gradi di resistere all' attacco degli antibiotici? Purtroppo sì. Specialmente in Italia, la resistenza agli antibiotici è tra le più elevate in Europa, a causa dell' abuso di questi farmaci.

 

Nel nostro paese, ad esempio, la Klebsiella pneumoniae carbapenemasi, considerato un superbatterio, è diventato in oltre il 50% dei casi resistente a tutti gli antibiotici. In Europa, si stimano ogni anno 25mila decessi a causa di infezioni da germi resistenti. Nel mondo, invece, sono circa i decessi dovuti alle infezioni resistenti sono circa 700mila.

 

A quale "miracolo" viene associato il batterio Serratia marcenscens? Secondo Johanna C. Cullen, ricercatrice della Georgetown University, il presunto Miracolo di Bolsena del 1263, quello che avrebbe portato al «sanguinamento» di un' ostia consacrata, altro non è che l' effetto dell' attacco del batterio Serratia marcescens. La prodigiosina, il tipico pigmento rosso prodotto dal batterio, ha la capacità di «macchiare» gli alimenti.

 

batteri batteri

Non è un caso se sempre a questo batterio sono stati legati altri casi di «miracolosi sanguinamenti», alcuni legati al folklore. Come quello della polenta: l' abitudine delle nostre nonne di lasciare un tagliere di polenta sul tavolo, spesso per giorni e in cattive condizioni igieniche, faceva sì che occasionalmente il batterio sviluppasse la sua tipica colonia di colore rosso. Qualcuno deve aver frainteso la proliferazione con una sorta di miracolo, e da lì il nome di «miracolo della polenta sanguinante».

 

 

 

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