Edoardo izzo e Grazia Longo per “la Stampa”
Escludere la Romeo Gestioni dalle gare d' appalto. Questo l' obiettivo della procura di Roma che ha chiesto una misura interdittiva nei confronti dell' azienda di servizi dell' imprenditore Alfredo Romeo, arrestato per corruzione nell' inchiesta Consip.
La misura, sollecitata dal pm Mario Palazzi e dall' aggiunto Paolo Ielo, sarà discussa giovedì prossimo davanti al gip Gaspare Sturzo.
Secondo i magistrati, la Romeo Gestioni avrebbe violato la legge 231 sulla responsabilità delle società e quindi non dovrebbe più lavorare per centri e istituzioni pubbliche.
Intanto prosegue il nuovo filone napoletano che vede coinvolto per corruzione, oltre a Romeo, l' alto dirigente del ministero della Giustizia Emanuele Caldarera. I figli, si sa, «so' piezz' e core», ed ecco quindi Caldarera promuovere l' assunzione della figlia già nel febbraio 2016. Ma guarda caso Alfredo Romeo l' assume nove mesi dopo.
Lo scorso novembre, proprio quando Caldarera gli sblocca fatture milionarie per la pulizia del Palagiustizia di Napoli. Lo scambio dei «favori» emerge dalle intercettazioni del Noe, su mandato dei pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano. Indagati per corruzione anche due collaboratori di Romeo, Agostino Iaccarino e Tiziano Malerba.
Si legge nell' Informativa del Noe che «Caldarera dà immediatamente al Romeo e ai suoi impiegati, come attesta la telefonata del 2 novembre scorso, la possibilità di ottenere i pagamenti bloccati dal suo predecessore per irregolarità ascrivibili alla Romeo». E proprio a novembre «come attesta la registrazione all' Inps, viene assunta Serena Maria Caldarera». Fino a quel momento la sua pozione era rimasta ferma. Il padre chiede più volte a Romeo, «eh eh, senti che ti volevo dire, ah ah, mia figlia?... no perché non ha chiamato nessuno, eh no».
Alfredo Romeo lo rassicura, «sono stato proprio incasinatissimo domani me ne occupo che sto tornando a Napoli». E in una conversazione del 24 ottobre invita Caldarera a suggerire alla figlia un atteggiamento più propositivo, meno scocciato, meno «sfastrioso, come si dice a Napoli». Gli spiega che da Milano «i miei la chiamano, poi dopo mi rompono le palle perché mi dicono no, quella è sfastriosa...».
Ma quando le fatture vengono sbloccate tutto per incanto si sistema. E al contempo Caladarera ottiene che «Agostino Iaccarino e Tommaso Malerba, su input di Alfredo Romeo, si sono adoperati per effettuare, a cura e a carico, anche economico, della predetta società, il trasporto a Napoli delle masserizie (scatoloni e piante) presenti nell' ufficio già occupato a Roma da Caldarera».