M.R. per "Libero quotidiano"
A Livorno c'è un assassino seriale di gatti. O forse più di uno. Gente che si diverte a fare razzia di meravigliosi felini per il gusto di vederli soffrire. E morire. Fregandosene della sofferenza degli eventuali proprietari, per non parlare di quella inflitta agli stessi animali colpevoli non si sa bene di quale reato. Fatto sta che in poco meno di un anno, dieci mesi per la precisione, dalla città toscana ne sono spariti ben cinquanta. Di loro non si sa più nulla.
Un mistero che ha spinto l'associazione dei veterinari ad assumere addirittura una criminologa per studiare il profilo del criminale o dei criminali di gatti, perché proprio nessuno è riuscito a venire a capo di un mistero che ha tutti i contorni di una trama di un film dell'orrore. Soltanto che nemmeno scomodando un professionista si è riusciti a mettersi sulle tracce di chi si diverte a far sparire i felini.
E non si è fatto vivo nemmeno qualcuno a trasmettere dei particolari, ad indicare delle piste da seguire agli inquirenti, per sbrogliare la matassa. Così, è scesa in campo l'Aidaa, l'Associazione italiana difesa animali ed ambiente, che in un primo momento ha offerto un contributo di 3mila euro a chi avesse fornito informazioni utili. Ma ancora niente.
Per questo la ricompensa adesso è passata da 3mila a 5mila euro a favore di chi «aiuterà ad individuare e denunciare alla pubblica sicurezza e con la propria testimonianza far condannare in via definitiva i responsabili di questi crimini». «Sappiamo che quello delle ricompense è un metodo piuttosto crudo», fanno sapere dall'Aidaa, «ma non non vogliamo agire fuori dalla legge, anzi con questa iniziativa vogliamo invogliare la gente che sa a parlare.
Non accettiamo segnalazioni anonime ma prendiamo in considerazione quelle segnalazioni che porteranno alla condanna definitiva di questi criminali. La gente», proseguono dall'Associazione animalista e ambientalista, «dovrebbe andare a denunciare per senso civico, ma a volte una piccola ricompensa può aiutare a sciogliere le lingue, e qui siamo di fronte a un crimine che non può e non deve restare impunito».
Il gatto è tra gli animali domestici più amati e si calcola che ce ne siano 7,3 milioni "ospiti" presso le famiglie italiane e quindi, a tutti gli effetti, considerati animali domestici, anche se non tutti iscritti all'anagrafe degli animali da affezione, alla quale ne risultano appena 600mila. Ci sono poi i gatti randagi, il cui numero esatto è difficilmente misurabile. La somma di quelli censiti dalle Asl e dalla associazioni di volontariato ci consegna qualcosa come 3,6 milioni, mentre si stia che siano almeno il doppio. Animali gestiti spesso dai volontari, dai gattari e dalle gattare, che dedicano buona parte del proprio tempo all'assistenza e alla cura dei randagi.