Francesco Rigatelli per "la Stampa"
LA TERZA DOSE DEL VACCINO ANTI-COVID
Dopo che la campagna per la terza dose è partita in diversi stati europei, ieri l'Agenzia europea per il farmaco (Ema) ha stabilito che «può essere somministrata alle persone con un sistema immunitario gravemente indebolito, almeno 28 giorni dopo la seconda». Non si tratta di una raccomandazione, ma di una possibilità perché «non ci sono prove dirette che la capacità di produrre anticorpi negli immunocompromessi protegga contro il Covid».
Per il resto della popolazione la terza dose «può essere presa in considerazione almeno 6 mesi dopo la seconda per le persone di età pari o superiore a 18 anni» specificando che è comunque importante «distinguere tra chi ha un sistema immunitario indebolito o normale». Anche l'Ema insomma apre alla possibilità del richiamo, spiegando che nel caso di Pfizer si è notato un aumento dei livelli anticorpali quando viene fatto a circa 6 mesi dalla seconda dose nella fascia 18-55 anni.
Come sempre l'Agenzia rimarca che sono i singoli governi a dover decidere sulla terza dose, perché «nella posizione migliore per tenere conto delle condizioni locali, compresa la diffusione del virus, la disponibilità di vaccini e le capacità dei sistemi sanitari nazionali».
Ieri intanto il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all'emergenza, ha fatto il punto sulla campagna vaccinale mentre visitava il centro di Palazzo delle scintille a Milano: «L'Italia ha fatto e sta facendo squadra e per la Lombardia parlano i dati. Il tempo è galantuomo e confido che la copertura sarà incrementata. La Lombardia, in particolare, con l'87 per cento di vaccinati ha raggiunto un risultato eccellente, l'Italia è all'83 e, dunque, ci avviamo su percentuali notevoli».
La curva epidemiologica resta per ora sotto controllo con dati che si mantengono stabili: ieri 1.612 i contagi e 37 decessi. Il virus circola, ma grazie ai vaccini per esempio nelle Rsa la mortalità da Covid è scesa praticamente a zero. Per questo l'attenzione resta puntata su quella parte di popolazione che non ha ancora prenotato la prima dose, tra cui 3 milioni di over 50 che rischiano molto.
La buona notizia è che nel mondo il numero di decessi per Covid è al livello più basso da un anno: 53.245 quelli registrati tra il 27 settembre e il 3 ottobre, una media di 7.606 al giorno, con un trend discendente iniziato a fine agosto. Nell'ultimo mese il numero di morti è diminuito di quasi un quarto, man mano che le campagne di vaccinazione progredivano. Scende anche la curva dei nuovi casi, di quasi un terzo rispetto a fine agosto. E sono circa 80 le dosi di vaccino somministrate ogni cento abitanti nel mondo, nonostante le disparità rimanenti tra Paesi.
L'Italia proprio ieri ha donato all'Iran 1,2 milioni di dosi AstraZeneca, che saranno consegnate fra il 15 e il 18 ottobre attraverso il meccanismo internazionale Covax. «L'Iran e l'Italia sono stati i due Paesi colpiti più duramente dalla prima ondata, con gravi problemi economici e un numero molto alto di vittime», ricorda l'ambasciatore Giuseppe Perrone.
E dopo la pillola anti-Covid della Merck, sotto esame della Fed, l'Ema ha iniziato a valutare la domanda di autorizzazione per l'anticorpo monoclonale Regkirona. Tutte cure che, va chiarito, non sostituiscono i vaccini perché solo questi ultimi evitano del tutto la malattia.
il virologo fabrizio pregliasco
L'ultima incognita resta l'inverno: «Lo dobbiamo considerate come l'ultima trincea - spiega il virologo dell'Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco -, potrebbe portare a un colpo di coda della pandemia: ci sarà il freddo, staremo di più in ambienti chiusi e ci sarà anche l'influenza».
Il medico rivela anche la sua situazione particolare: «C'è un esposto di un avvocato milanese che mi vuole far radiare dall'ordine per crimini contro l'umanità perché parlo di vaccinazione. Da un audio artatamente tagliato emergerebbe che vorrei fucilare tutti quelli che non si vaccinano. Ovviamente non è così, ma in un messaggio sui social mi hanno augurato anche un tumore al cervello».