Paolo Chiriatti e Alessia Marani per “il Messaggero”
«Correte, c' è un ricercato al bingo di piazza Re di Roma». La segnalazione, arrivata ai centralini della polizia, ha fatto accorrere ieri pomeriggio intorno alle 16 le Volanti. Tante secondo i residenti della zona, almeno una dozzina. Gli agenti sono arrivati alla sala giochi Codere Gaming Hall Re di via Siponto, si sono disposte intorno al locale, controllandone tutti i punti di accesso. E il ricercato che hanno rintracciato porta un nome di assoluto peso. Nel bingo i poliziotti hanno identificato un distinto signore di mezza età.
L' uomo ha presentato loro un documento risultato falso. E sono bastati pochi minuti per accertare che quel signore dai modi gentili era in realtà Pantaleone Mancuso, boss dell' omonimo clan di Limbadi (Vibo Valentia), conosciuto come Zio Luni, o l'ingegnere. L'uomo, 57 anni, ha un curriculum di tutto rispetto e in passato si è dimostrato molto abile a far perdere le proprie tracce. Nel 2014 fu rintracciato al confine tra l' Argentina e il Brasile, a Puertu Iguazù.
All' epoca era ricercato per associazione mafiosa e duplice tentato omicidio. Dopo essere stato estradato, sparì di nuovo nel 2016 e fu intercettato dalle forze dell' ordine dopo oltre un anno, nel giugno del 2017, mentre passeggiava in centro a Nicotera in compagnia di un' altra persona. In quel caso si era sottratto a una condanna tutto sommato lieve: 12 mesi da scontare in una casa lavoro a Vasto, in provincia di Chieti.
IL PASSATO
L' ingegnere, spiegano fonti della questura, non aveva conti aperti con la giustizia. Era stato assolto in appello dall' accusa più pesante, relativa al duplice omicidio di sua zia, Romana Mancuso, e al figlio della donna, Giovanni Rizzo, avvenuto nel maggio 2008. E aveva finito di pagare il suo debito con la giustizia dopo essere stato riconosciuto come responsabile di truffe su larga scala.
Da qualche tempo era associato presso un' altra casa lavoro a Chieti, una misura restrittiva disposta dai pm vista la caratura del personaggio, ma sull' ingegnere non gravavano pene da scontare. Eppure Pantaleone Mancuso dallo scorso ottobre era sparito. Non era più rientrato presso la struttura della città abruzzese, e dopo alcuni giorni era stata diramata nei suoi confronti una nota di rintraccio.
C' è da chiedersi come mai il boss abbia deciso di scomparire dai radar così all' improvviso e perché di approdare proprio nella Capitale dove avrebbe comunque ricevuto protezione. La causa potrebbe essere il recente pentimento di suo figlio Emanuele. L' uomo, 30 anni, dopo essere stato arrestato per un ingente traffico di stupefacenti, a luglio aveva deciso di collaborare con la Direzione distrettuale antimafia. E a darsi alla macchia, oltre all' ingegnere, arrestato ieri nel Bingo per aver presentato documenti falsi alla polizia, c' è anche l' altro figlio di Pantaleo, Giuseppe Salvatore, tuttora irreperibile.