A quanto pare i fondali dei nostri mari e oceani riserverebbero ancora qualche sorpresa. Sono infatti stati scoperti sei vulcani sottomarini, dei quali si ignorava del tutto l'esistenza. Le ricerche si sono concentrate nella porzione di mare sud-occidentale della Sicilia e sono state condotte a bordo della nave da ricerca Ogs Explora. I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale-Ogs di Trieste, hanno poi ricostruito, grazie all'ausilio di mappe batimetriche ad alta risoluzione, la morfologia del fondo marino.
I risultati delle indagini, pubblicati dalla rivista Marine Geology, sono sorprendenti. Il ricercatore di Ogs, Emanuele Lodolo, ha spiegato: "Tutti i vulcani che abbiamo rilevato sono localizzati entro 22 chilometri dalle coste della Sicilia; uno in particolare si trova a soli 7 chilometri da Capo Granitola". "Il vulcano più vicino alle coste, chiamato Actea, mostra una morfologia complessa, e lungo il suo fianco occidentale presenta un importante flusso lavico che si estende per oltre 4 chilometri", precisa il ricercatore.
L'estensione di questa colata rappresentano un unicum nel quadro del magmatismo di questo sezione del Canale di Sicilia. "L’analisi suggerisce che i sei vulcani identificati sono stati generati durante la stessa fase magmatica precedente all’ultimo massimo glaciale (circa 20.000 anni fa)" spiega Dario Civile, ricercatore Ogs e collaboratore di Lodolo.
Solamente il vulcano Actea mostrerebbe indicazioni di una riattivazione più recente. Il ricercatore continua: "Dobbiamo sottolineare che nessuno di questi edifici vulcanici era stato precedentemente riportato nè nelle carte nautiche comunemente utilizzate, nè nelle mappe batimetriche sinora disponibili". "La scoperta di vulcani sommersi così vicini alla costa della Sicilia dimostra che ci sono ampie aree sommerse vicino al litorale che sono ancora poco conosciute e studiate, nonostante siano state attraversate, sin dai tempi più remoti, da innumerevoli imbarcazioni di ogni tipo", conclude Lodolo.