Barbara Costa per Dagospia
Aiuto, il trans-boomer! Jack Halberstam è nato femmina, è nato Judith, ma si è sempre "sentito" maschio. Oggi ha 61 anni, fa il prof. alla Columbia University, ama e vive con una donna, usa il bagno delle donne nei luoghi pubblici, e tutti lo chiamano Jack, tranne sua sorella che si ostina a chiamarlo Jude.
Con Jack puoi usare il pronome che credi (ma meglio prima chiederglielo, come meglio a lui/lei rivolgerti). Il prof. Jack non ha "transitato" da un genere all’altro come un "comune" trans, no: lui ha fatto coming out nei primi anni '80, però non si è sottoposto a nessuna cura ormonale, né si è fatto innestare un pene al posto della vagina.
Il prof. Jack è corporalmente rimasto come prima tranne il petto (i seni se li è fatti rimuovere). Jack è trans* – con l’asterisco! – ma un asterisco che non ha niente a che fare con quello usato in neo linguaggio a-genere: per il prof. Jack trans* con l’asterisco sta a significare il percorso indefinito e in perenne ondulazione che un corpo trans, dal momento che si identifica come tale – da quando ha consapevolezza di non identificarsi col sesso assegnatogli alla nascita – intraprende. Percorso che è il suo viaggio, esistenziale, che, tappa dopo tappa, gli/le dura la vita, e non sa dove lo porta.
Non storcete il naso e continuate a leggere, ché adesso arriva il bello: il prof. Jack ha scritto "Trans*", un libro ora tradotto in italiano (Odoya ed.) dove con fare dotto e da professorone qual è ci spiega che sbagliamo, e alla grande, e in questo: prima di tutto non esiste un né una trans uguale all’altro/a ma nemmeno simile perché ogni trans è un caso a sé, una storia a sé, una persona "in viaggio" con sé.
E poi non è vero che chi nasce trans nasce in un corpo sbagliato!!! Quello trans non è un corpo sbagliato, semmai “scomodo ma comunque giusto”, anche se ciò che tra le gambe ti ritrovi non è il sesso che senti e vuoi. Non per tutti i/le trans le cure ormonali, gli interventi estetici, ma soprattutto il cambio di sesso sono iter opportuni da seguire. Conta la persona e come si sente e come se la sente, e per il prof. Jack conta e molto pure l’etnia, la storia familiare, l’ambiente in cui si cresce, lo status finanziario.
Il prof. Jack è statunitense e lega la sua esposizione agli impicci e alle realtà statunitensi, di netto separando le vite dei/lle trans bianche e della classe media in su dalle vite dei/lle trans nere o ispaniche dalla classe media in giù. E però io come ho iniziato il pezzo? Chiedendo aiutooo dal trans-boomer perché questo il prof. Jack è, un trans boomer, con rimbrotti e brontolii annessi!
Il prof. Jack è inutile che mi dica di no, lui ce l’ha con le nuove generazioni trans, e di più con la trans gen Z, in quanto… non gli danno retta!!! Che maleducati, non lo stanno a sentire, lui che con la sua storia e età (sicché saggezza?) ha da insegnare e tanto a questi cervellini trans. E invece, 'sti ingrati, che fanno? Se il prof. Jack organizza proiezioni con dibattito su film anni '70/'80/'90 a tematica trans, i trans della gen Z, dopo il film, al dibattito, lo pijano a male parole, gli urlano le peggio cose, e gli danno del vecchio. E gli offesi sono loro!
E sono offesi perché i film che il prof. Jack seleziona, sono film sì a tema trans ma che ai/lle trans odierne o non dicono nulla o li offendono per il modo in cui regista e attori hanno dato vita alle sensibilità trans. E questo perché, dai '90 in poi, il mondo non è che è cambiato, è stato ribaltato da una cosuccia chiamata web che il trans boomer prof. Jack nelle sue filippiche prende poco in considerazione. Lui sta lì, sicuro di sé e del suo vissuto, con le sue questioni trans di una volta, i film trans di una volta, e pare non accorgersi che per la società in generale, e per la trans gen Z in particolare, quanto da lui esposto è superatissimo, e proprio grazie a quella cosuccia chiamata web.
Il trans boomer prof. Jack rinfaccia che i/le trans più giovani sono irriconoscenti, e non vogliono riconoscere che è dalle lotte passate affrontate dai boomer come lui che oggigiorno possono godere di privilegi ai suoi tempi insperati. Ma se adesso un o una trans in Occidente sta mille volte meglio di 40 anni fa è sì merito delle lotte di allora, ma di più è merito dei progressi scientifici che ci hanno dato più salute, e ancora di più è merito del web, che dà a ogni LGBT+ saperi e strumenti per viversela al meglio.
Il boomer prof. Jack ammonisce i genitori di figli trans di crescerli individualisti e pericolosamente egocentrici. A parte che ogni famiglia, ogni genitore, fa quello che crede e meglio che può, cosa vogliamo fare, tornare indietro ai tempi in cui generare un figlio non etero era massima disgrazia e disonore? Vogliamo tornare a quel buio? Ma per quale motivo un 18enne trans dovrebbe dar retta a un prof. 61enne trans che gli propone film con attori a lui sconosciuti e con trame divenute obsolete se non avverse perché legate a mentalità e slang sorpassati? E dai, caro prof. Jack, stacci!
Che ci vuoi fare, così va la vita: i giovani, trans e no, hanno il dovere di rinnegare i padri per crearsi una realtà loro, cavarsela loro, sbatterci la testa loro, ottenendo conquiste che sono le loro, da blaterare a figli e nipoti una volta diventati demodé loro… Ma che tu, prof., quando eri gggiovane, non hai fatto le tue belle stupidate? Non hai combattuto per te, cadendo e rialzandoti da te? O stavi appresso a ciò che ti indicava un tuo prof.? Non penso proprio.
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