NONOSTANTE GLI ALLARMI LANCIATI DA BANKITALIA, GLI ITALIANI CONTINUANO A INVESTIRE SULLE CRIPTOVALUTE: NE DETENGONO 2,7 MILIARDI, CON UN INCREMENTO DELL’85% RISPETTO ALL’ULTIMO TRIMESTRE 2023 - “QUESTE CRIPTOATTIVITÀ RAPPRESENTANO UNA SCOMMESSA, UN CONTRATTO SPECULATIVO AD ALTO RISCHIO, IL CUI VALORE È SVINCOLATO DA FONDAMENTALI. PER QUESTI MOTIVI…”

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Giovanni Pons per “la Repubblica”

CRIPTOVALUTE CRIPTOVALUTE

 

Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, quando aveva parlato all’Abi del pericolo criptovalute, probabilmente conosceva già gli ultimi dati. Secondo l’Oam, l’Organismo che gestisce l’albo degli agenti e dei mediatori creditizi, a marzo scorso il saldo totale delle valute virtuali detenute dalla clientela italiana ha superato i 2,7 miliardi, con un incremento dell’85% rispetto all’ultimo trimestre 2023. In aumento anche il numero di clienti che le detiene (+13%) e dei “vasp’”(i fornitori di valute virtuali, +9%).

 

CRIPTOVALUTE INVESTIMENTI CRIPTOVALUTE INVESTIMENTI

Dunque gli italiani credono nelle criptovalute e sembrano ignorare gli allarmi lanciati dalle autorità. «Queste criptoattività rappresentano una scommessa, un contratto speculativo ad alto rischio, il cui valore è svincolato da fondamentali. Per questi motivi il loro valore registra fortissime oscillazioni, aveva detto Panetta.

 

«Esse non hanno le caratteristiche per svolgere le tre funzioni proprie della moneta: mezzo di pagamento, riserva di valore e unità di conto». Ma i risparmiatori che le hanno comprate le sanno queste cose? Forse no, visto che Panetta ha parlato di «investitori potenzialmente inconsapevoli».

 

 

 

 

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