Alberto Mattioli per “Specchio - la Stampa”
'O sole mio? Macché: 'o sole vostro. Sì, perché nel generale tripudio per l' estate italiana smascherata e smutandata, ci siamo anche noi, quelli che erano stufi dell' estate prima ancora che iniziasse. Ma quale bella stagione: se facciamo l' elenco di tutto quello che ci irrita stiamo qui fino all' autunno.
E comunque, eccolo: il caldo, l' afa, il sudore, le zanzare, la ressa, la movida, le ordinanze contro la movida, la gente in infradito, la gente in pinocchietto, la gente in canottiera, gli Europei di calcio, i festival dementi degli assessori alla cultura creativi, gli spettacoli insensati dei direttori artistici cretini, l'opera sotto le stelle ("All' aperto si gioca alle bocce, non si fa della musica!", sentenza da sbraitare con il tipico tono arrabbiato e l'accento parmigiano di Toscanini, anche se in realtà pare che sia di Guarnieri).
Continuiamo? L'insalatona, la pasta fredda, il gelato che può benissimo sostituire il pasto, la spiaggia, i bambini urlanti in spiaggia, i cani in spiaggia, la sabbia ma anche i sassi e pure gli scogli, anzi il mare in generale epperò anche la montagna, il lago e la campagna, le vacanze intelligenti (un ossimoro), il grande esodo, il controesodo, il libro dell' estate, la canzone dell' estate, il delitto dell'estate, la gente accalcata nella metro senza deodorante e senza aver fatto la doccia, il golfino sulle spalle casomai rinfreschi (no, non rinfresca mai!), le sciure milanesi mascherate da Heidi a Cortina, i ragazzotti della Roma bene in pareo a Pantelleria, le contesse fiorentine sobrissime al Forte, i commendatori napoletani in zoccoli a Capri, i tedeschi sbronzi sul Gardasee, la prova costume, la crema solare che favorisce l' abbronzatura e il bagnoschiuma che non fa andare via l' abbronzatura.
E anche l' abbronzatura tout court, così volgare. Il pallore è molto più chic, come poetava il cavalier Marino: "Oh, piaccia a la mia sorte / che dolce teco impallidisca anch' io, / pallidetto amor mio".
E poi il Billionaire, il Papeete, la Costa Smeralda, l' Ultima spiaggia di Capalbio e i bagnini felliniani di Rimini, uffa uffa, quando si sa che l' unico mare davvero elegante è il Baltico, magari insieme con qualche Buddenbrook, vestiti da Dirk Bogarde con la tintura che si scioglie sotto il panama (non ci fosse il mare, il Lido sarebbe perfetto). E vogliamo parlare dei fuochi di Ferragosto, della sagra della salsiccia e del festival del peperone, della caccia al tesoro e della processione ancestrale, dei lavori sulla terza corsia e dell' alta velocità che si rompe sempre fra Roma e Napoli?
Anche se la goccia che fa traboccare il vaso del nostro whisky sour (al confortevole riparo dell' aria condizionata e con le finestre chiuse, così non si sentono i baccanali per l' ultima vittoria di Mancini) sono i servizi del tiggì sul fatto che fa caldo (ma va!), che bambini e anziani devono fare attenzione (ma dai!), che bisogna bere molta acqua e mangiare leggero (ma no!), perché come ognun sa in ogni stabilimento balneare attrezzato a baretto e/o ristorantino (un' altra calamità) intorno alle 13.30 con il termometro a 34 gradi si servono il brasato con la polenta bevendoci sopra una bella bottiglia di Barolo.
Tutta colpa del sole. Si facesse i fatti suoi, non avremmo la stagione del nostro scontento.
Vada a incenerire Marte, tanto quelli sono verdi e un po' di colore non guasta. Tutti sanno, anche se non vogliono ammetterlo, che la primavera è tollerabile, l' autunno è meglio e l' inverno è il top. Quando intanto si gira tutti belli vestiti, evitando esibizioni di forme in eccesso che raramente risultano fidiache come nelle intenzioni.
FILA AGLI UFFIZI PER FERRAGOSTO
Noi antisole e no-estate vorremmo portare il cappotto anche a Ferragosto, come l'indimenticato Mario Monti, non a caso soprannominato Bin Loden. Poi basta con questo caldo insopportabile, temperature malsane che ci sfiancano anche se siamo impegnati a fare quel che ci riesce meglio e cioè niente. Il freddo è molto più salutare, anche perché se hai freddo puoi sempre coprirti di più, se hai caldo non puoi toglierti la pelle.
Basta con questo sudore appiccicaticcio, questa luce implacabile, quest' evidenza chiassosa del tutto. Basta con i nostri figli pelosi (quelli umani chissà dove sono) costretti a farsi le loro diciotto ore di sonno quotidiano sotto i bocchettoni dell' aria condizionata. Basta con quest' estate molliccia e sudaticcia, rumorosa e petulante, tatuata e sbracata. Lanciamo un referendum con i radicali e aboliamola. Non ci fosse il Natale, l' inverno sarebbe perfetto. Tutti davanti al caminetto, con gli sci a portata di mano. Viva la nebbia, la pioggia, la neve, il buio alle tre del pomeriggio. Sperando nella prossima glaciazione.