Flavia Amabile per "la Stampa"
Nelle prossime settimane saranno pronti i bandi per la coltivazione della cannabis ad uso medico da parte di aziende pubbliche e private italiane, annuncia il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Si tratta di un passo avanti per affrontare l'incapacità della produzione italiana di soddisfare la domanda dei pazienti. Anche le importazioni dai Paesi Bassi non sono sufficienti, le farmacie incontrano enormi difficoltà a soddisfare le richieste dei pazienti.
Attraverso i bandi annunciati dal sottosegretario Costa, invece, l'Italia avrebbe la possibilità di diventare autosufficiente nella produzione della cannabis terapeutica destinata al la preparazione dei farmaci galenici necessari a migliaia di pazienti per la terapia del dolore contro numerose patologie, a partire dalla sclerosi multipla. «È un tema che stiamo affrontando insieme ai ministeri dell'Agricoltura e dell'Interno - ha spiegato il sottosegretario - siamo a buon punto del percorso».
Per il 2021 è stato previsto un consumo di oltre 1400 chili ma lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM) - che dal 2016 è stato indicato per la produzione nazionale di cannabis per uso medico - è in grado di produrne meno di un quarto. Altri 900 kg sono importati durante il 2021 attraverso il ministero della Salute olandese, ed il resto per importazione tramite lo SCFM.
In base a quanto stabilisce la legge 172 del 2017, le preparazioni magistrali a base di cannabis prescritte dal medico per la terapia contro il dolore, nonché per gli altri impieghi previsti, sono a carico del Servizio sanitario nazionale. L'impiego terapeutico riguarda, in particolare, dolori cronici e diversi effetti legati a malattie come sclerosi multipla o terapie in caso di tumori o HIV.
Come avverte il segretario di Federfarma Roberto Tobia, nelle farmacie sul territorio e in quelle ospedaliere «c'è una forte carenza di cannabis terapeutica per la preparazione dei farmaci magistrali da parte dei farmacisti: le forniture non sono sufficienti e le farmacie - afferma - hanno fortissime difficoltà rispetto alla domanda in aumento esponenziale di questi farmaci da parte dei malati. Non siamo in grado di fare fronte alle richieste».
Inoltre «nonostante sia prevista la rimborsabilità dal Ssn, in varie Regioni le preparazioni non sono rimborsate. Così, il costo per i pazienti può arrivare anche ad oltre 500 euro al mese». Attualmente, questi farmaci non risultano erogabili in regime di Ssn in Puglia, Molise e Calabria. Da qui l'importanza, sottolinea Federfarma, di avviare una produzione in Italia coinvolgendo aziende pubbliche e private.
Favorevole anche Coldiretti, che ha stimato come la coltivazione, trasformazione e commercio della cannabis a scopo terapeutico potrebbe garantire nel nostro Paese fino a 10mila posti di lavoro, dai campi ai flaconi. Con l'ultima legge di Bilancio sono stati stanziati ulteriori fondi per incrementare la produzione, pari a 3,6 milioni per le attività dello SCFM e 700mila euro per l'importazione.
Ad un aspetto bisogna però fare estrema attenzione. «Faremmo un errore se confondessimo la legalizzazione della cannabis con la cannabis ad uso terapeutico. La liberalizzazione è un altro tema, che rischia di radicalizzare il dibattito e creare contrapposizioni che - ha concluso Costa - non credo siano utili ai pazienti che sono in attesa di cura».-