1 – SBRANATO A MORTE DAL SUO STESSO CANE, L'AMICO PIÙ FEDELE: TROVATO DALLA MOGLIE IN UNA POZZA DI SANGUE
Alessia Marani per www.leggo.it
Sbranato a morte dal suo stesso cane, l'amico più fedele, un Corso di tre anni, durante la passeggiata abituale del pomeriggio. La tragedia è avvenuta venerdì intorno alle 18 in via Bitti, sulla Prenestina, zona Borghesiana, a Roma. Vittima un uomo di 43 anni, Gianluca Romagnoli. La moglie, Isabella, non vedendolo rincasare, è uscita in strada e lo ha trovato esanime, in una pozza di sangue, riverso a terra nel parco. Il piumino nero stracciato in più punti, una profonda ferita alla mano e al braccio destro. Gianluca era immobile, non respirava più. È morto dissanguato.
Rabbioso. Il cane le è venuto incontro lungo la strada, col guinzaglio sciolto e il muso ancora insanguinato. Isabella ha capito subito che poteva essere accaduto il peggio, perché l'animale anche in passato aveva avuto atteggiamenti aggressivi nei confronti di uno dei loro due bambini. E anche in quegli istanti era apparso rabbioso.
Ha dovuto faticare parecchio per rimetterlo al guinzaglio, Tiago, il nome del cane, ha tentato di assalire anche lei addentandole un braccio, ma la donna è riuscita a trascinarlo in casa e a legarlo a un palo nel giardino. Nel frattempo aveva già allertato i soccorsi. Sul posto sono piombate le Volanti della polizia. Anche Isabella è tornata indietro dal marito. Gianluca era steso sul prato, volto in su. Vicino all'orecchio il telefonino che quando Isabella provava disperatamente a chiamarlo, squillava a vuoto. Probabilmente, l'uomo ha cercato di chiedere aiuto, invano.
La lotta. Tutto intorno, i segni evidenti di una lotta tra lui e il molosso per avere salva la vita: brandelli del piumino sparsi in un raggio di quindici, venti metri, le chiavi di casa cadute a terra e intrise di sangue, chiazze rosse ovunque. Gianluca deve avere provato a divincolarsi in ogni modo dalla morsa del cane, fino ad accasciarsi al suolo, stremato.
Quando il personale del 118 è arrivato in via Bitti, ai sanitari non è rimasto altro che constatare il decesso, avvenuto, a detta del medico legale, circa un'ora prima, ossia alle 18. Stando al referto, il morso del cane sull'avambraccio sinistro, peraltro fratturato, avrebbe reciso l'arteria omerale provocando la forte emorragia. Anche la mano destra era ferita, segno che Gianluca, appunto, aveva cercato di difendersi. Sul luogo è arrivata anche la Scientifica per i rilievi del caso. Il cane è stato affidato al veterinario, sedato e trasferito in quarantena al canile comunale della Muratella, dove si valuterà se abbatterlo in quanto pericoloso.
La polemica. Nel settembre dello scorso anno, uno psichiatra sessantenne di Fondi (Latina) morì dissanguato dopo essere stato aggredito da un cane di grossa taglia. Tre mesi prima, a Siena, un bimbo di 17 mesi era stato sbranato dai pastori tedeschi dello zio. Anni fa, a Ostia, un bimbo di 4 anni rischiò di morire perché azzannato al collo dal pitbull del padre. Nei primi anni 2000 il ministero della Salute aveva stilato un elenco di 17 razze canine «potenzialmente pericolose», inserendo fra gli altri, anche i dogo argentini, i rottweiler e l'american bulldog. Una lista che sollevò polemiche. Infatti, dei quasi 7 milioni di cani registrati in Italia, la parte cattiva sarebbe minimale e, spesso, preceduta da campanelli d'allarme.
2 – SBRANATO A MORTE DAL CANE, UN TESTIMONE: «FORSE NON È IL SUO AD AVERLO AGGREDITO»
Alessia Marani per www.ilmessaggero.it
C'è un giallo nella terribile vicenda del pubblicitario di 43 anni di Colle del Sole, Gianluca Romagnoli, morto dissanguato nel prato di fronte casa, in via Bitti, venerdì pomeriggio, dopo essere stato morso più volte dal cane. A sbranarlo potrebbe essere stato un altro animale e non Tiago, il suo Corso di tre anni.
Oppure Tiago e un altro cane potrebbero essersi azzannati e Gianluca è rimasto ferito a morte nel tentativo di dividerli. Felicetta, una vicina, lo aveva sentito urlare «basta, basta» un'ora prima dell'arrivo delle Volanti e dell'ambulanza, verso le 18. «Non gridava aiuto», racconta la donna. Non solo. Gli operatori del canile comunale della Muratella che ora hanno in custodia Tiago, avrebbero notato dei segni, come di un morso, sul dorso. Il cane sarà in profilassi antirabbica per altri 7 giorni ed è a disposizione dell'autorità giudiziaria.
In pratica solo l'autopsia e la comparazione delle impronte dentali lasciate sull'avambraccio sinistro e sulla mano destra di Gianluca, potranno dire con certezza se sia stato proprio lui a uccidere il padrone. Tiago non rischia comunque di essere abbattuto, nel caso andrà rieducato e, con cautela, potrebbe essere dato in adozione. «Di questi segni su Tiago non so nulla - dice Isabella, la moglie di Gianluca - io ho pensato subito che fosse stato lui perché appena mi sono avvicinata a mio marito che era a terra immobile, mi ha addentato a un braccio.
Magari non fosse stato! Almeno in questa tragedia avremmo una piccola consolazione». Isabella racconta che «una volta Tiago si era rivoltato contro mio figlio, mi spaventai e dissi a Gianluca di darlo via. Ma lui lo adorava quel cane. Così, nonostante lo avessimo fatto addestrare anche da piccolo, questa estate abbiamo fatto dieci lezioni di recupero comportamentale, tutti insieme, noi e i nostri due bambini. Non sono servite».
I MAREMMANI
Via Bitti è una strada di villette e abitazioni a due piani circondata dalla campagna, lungo la Prenestina, fuori dal Gra. A poche decine di metri da casa dei Romagnoli, si accede a un pratone. Sul punto dove Isabella ha trovato il corpo del marito ci sono mazzi di fiori. Venerdì con lei c'era anche il più piccolo dei due figli, di 7 anni. Uno choc. Marco, un vicino, che è accorso sul posto, indica il lenzuolo rosso portato per velare il corpo. Poi anche un bastone «forse usato da Gianluca per placare il cane» e una grossa pietra ancora insanguinata.
Spiega che «l'attacco deve essere iniziato qualche metro prima» e segue con gli occhi i batuffoli di piuma del giubbino rimasti sparsi sul terriccio. «Tiago era un cane aggressivo, in molti ne avevamo paura - dice - ma nel prato pascolano delle pecore e ci sono dei maremmani pericolosi, in particolare uno enorme. Forse c'era anche un altro cane». Anche Marco ha visto i segni sul collo del Corso: «Ho pensato, però, che potessero essere quelli della bastonata». A questo punto solo l'autopsia e i rilievi scientifici potranno stabilire con certezza se il cane killer sia stato proprio Tiag