Antonio Spampinato per “Libero Quotidiano”
Fino a 1,25 miliardi all' anno di nuovi investimenti, per un totale di 14-20 miliardi entro il 2035. È quanto servirà per adeguare le residenze sanitarie assistenziali (Rsa) all' aumento della domanda da parte degli anziani non autosufficienti.
L' Italia sta progressivamente invecchiando, un trend in atto da tempo. È quindi necessario non farsi trovare impreparati, soprattutto nel campo assistenziale. Oggi gli over 65 sono 13,6 milioni ma entro il 2035 saranno il 31% in più, pari a 17,8 milioni di persone. Per quella data il numero di chi avrà più di 85 anni salirà del 43% mentre gli anziani non autosufficienti che non verranno seguiti nelle abitazioni private saranno circa 600 mila contro i 200 mila di oggi.
Queste persone non autosufficienti avranno bisogno di essere seguite in una Rsa, "strutture residenziali destinate ad accogliere persone anziane non autosufficienti, alle quali garantiscono interventi destinati a migliorarne i livelli di autonomia, a promuoverne il benessere, a prevenire e curare le malattie croniche", come si legge in un sito specializzato.
INVESTIMENTI
Ogni posto aggiuntivo rispetto a quelli già disponibili presuppone un investimento medio per posto letto di 70.000 euro. Da qui la cifra finale dei 14 miliardi da spendere entro il 2035. Che potrebbe aumentare a 20 miliardi o anche più nel caso in cui il numero di persone non assistite a casa, oggi circa un quarto del totale, dovesse aumentare. Un' ipotesi che sottintende però un cambio culturale ma da non sottovalutare.
Dove verranno trovati questi soldi viste le difficoltà in cui versano le finanze dello Stato? Le somme necessarie - dice uno studio curato da Ubi Banca, con il contributo di Duff & Phelps Reag e Legance, Avvocati Associati - arriveranno per lo più dal settore privato: il ruolo del settore pubblico nel settore delle Rsa è marginale rispetto a quello del settore privato, che si compone di società profit e organizzazioni non profit.
«Tra gli elementi chiave per valutare ipotesi di finanziamento alle Rsa assumono particolare importanza le performance delle strutture», ha detto ieri Marco Mandelli, responsabile della divisione Corporate & Investment Banking di Ubi Banca, presentando lo studio. «In particolare vengono analizzate le performance storiche, fatturato e margine operativo lordo, e il relativo tasso di riempimento.
Dal 2017 a oggi la Divisione CIB di UBI Banca ha erogato nel settore di riferimento circa 110 milioni di euro di finanziamenti di cui circa il 65 per cento per acquisto o sviluppo di Rsa tutte accreditate o convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale. Il 74% circa degli affidamenti è stato concesso a investitori istituzionali tramite fondi immobiliari appositamente creati. Circa l' 80% degli asset finanziati è localizzato al Centro Nord», ha concluso.
IL MERCATO
Duff & Phelps Reag sottolinea come il mercato "senior housing & care", in cui rientrano le Rsa, risulta molto attrattivo nei Paesi europei che stanno registrando un aumento dell' età media della popolazione e dell' aspettativa di vita. I principali investitori di questo settore sono i player istituzionali, tra cui società immobiliari, sviluppatori ed enti governativi. Attori che, stima il rapporto, nel 2018 hanno investito complessivamente circa 5 miliardi di euro in Germania, 3 miliardi in Francia, 2 in Spagna e meno di un miliardo in Italia. La dimensione del mercato italiano è ridotto rispetto a quello di altri Paesi europei ma in continua crescita.
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