Claudia Guasco per “il Messaggero”
I praticanti di bob, slittino e skeleton in Italia sono in tutto 53. Bello sport, certo, ma poco diffuso. Che rasenta la casta. Mentre a causa del caro energia i palaghiaccio sono costretti a chiudere fermando pattinatori e hockeisti, le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 hanno cucito su misura per gli adepti un progetto faraonico (quanto a costi) e di impatto (per l'ambiente): 61 milioni di euro finanziati dallo Stato per l'adeguamento della vecchia pista da bob Eugenio Monti di Cortina d'Ampezzo, dismessa e poi chiusa per sempre nel 2008. Cifra poi lievitata a 85 milioni, che però non basteranno. E così la Regione Veneto medita di abbandonare il progetto e trasferire le gare a Innsbruck. In Austria.
LA MISSIVA Il governatore Luca Zaia ha scritto una lettera alla Fondazione Milano Cortina, e per conoscenza al ministro dello Sport Andrea Abodi, nella quale in sostanza dice: «Noi restiamo dell'idea di ristrutturare la pista Eugenio Monti, come concordato, ma la situazione geopolitica è mutata e i prezzi, per effetto dei rincari delle materie prime, sono aumentati. Come procediamo?».
L'alternativa è: proseguire con l'oneroso piano oppure scegliere soluzioni alternative, coma la pista di Innsbruck. Certo il trasferimento non gioverebbe a un'Olimpiade che già si svolgerà tra due regioni e otto città, con i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture necessarie agli spostamenti degli atleti e budget da rivedere al rialzo.
Con i fondi pubblici a metterci una toppa: i 24 milioni che mancavano per la pista di bob sono arrivati dalla Regione Veneto, quindi dai contribuenti. L'unico passo indietro, fino a questo momento, è stata la rinuncia alla costruzione di un Parco a tema da 25 milioni di euro, che per sopravvivere avrebbe dovuto richiamare nella perla delle Dolomiti decine di migliaia di visitatori all'anno, pena un deficit da quasi un milione di euro.
Insomma, si procede per sottrazione. Pista e Parco, poi solo pista, ora forse nemmeno quella.
Doveva essere l'Olimpiade a costo zero, ma l'ultimo aggiornamento fissa la cifra a 2 miliardi e 165 milioni di euro, dopo i 400 milioni erogati da decreto Aiuti bis, in aggiunta al miliardo stanziato a fine 2019. Denaro che in realtà avrebbe dovuto essere reperito dalla Fondazione, attingendo ai fondi Cio e ai soldi degli sponsor. Non è andata benissimo: dei 500 milioni previsti, stando ai contratti firmati allo scorso luglio, ne sono stati trovati meno di 20. Ad agosto l'ex amministratore delegato Vincenzo Novari rassicurava: «Siamo riusciti a finalizzare quattro accordi per circa 50 milioni di euro e altrettante aziende sono pronte a firmare per settembre.
Poi ci sono ulteriori trattative in corso, che ci porteranno a raggiungere un controvalore complessivo di 280 milioni entro il 2022 a fronte di un target, per il 2026, di 575 milioni. Insomma, alla fine di quest' anno saremo già al 50% dell'obiettivo, quando ancora mancano quattro anni ai giochi.
Mentre, ad esempio, Parigi 2024, a due anni dall'avvio dell'Olimpiade, è arrivata appena al 65% di raccolta sponsor». Tutto pareva procedere, dunque. Ma qualche settimana dopo l'annuncio (siamo a fine agosto) Novari viene silurato e bisognerà attendere fino al 14 novembre per la nomina del suo successore, Andrea Varnier. «Le tempistiche sono strette, avremo bisogno di interventi ministeriali», prevede Abodi.
giovanni malago foto di bacco (2)
L'orologio corre, senza infrastrutture non si va da nessuna parte, i capitoli critici sono il collegamento da Malpensa con la rete ferroviaria nazionale (211 milioni), ma anche la variante Trescore Entratico (120 milioni) e quella di Vercurago (119 milioni).
GLI STRALCI E se non si fa in tempo? Nessun problema. L'ex commissario straordinario Luigi Valerio Sant' Andrea avrebbe indicato, in una lettera del maggio scorso indirizzata agli enti locali coinvolti nell'evento, le opere ritenute «essenziali» dal comitato organizzatore e che potrebbero essere «consegnate anche dopo lo svolgimento dei Giochi». Il crinale è tra opere «essenziali indifferibili» e quelle «essenziali», pubblicato sul Bollettino della Regione Veneto.
Senza le prime, che costano 284 milioni di euro, le gare non si fanno. Le seconde possono essere realizzate per «stralci funzionali»: si tratta di infrastrutture ferroviarie e stradali come la tangenziale di Longarone e di Cortina, per le quali sono stati stanziati 270 e 299 milioni di euro. I cittadini le attendono da decenni, per effetto dello stralcio non è detto che arrivino in tempo per le Olimpiadi.
giovanni malago con la mascotte kugy foto di bacco