Fabio Di Todaro per www.lastampa.it
È ancora presto per dire definitivamente addio alla terapia farmacologica. Ma all’orizzonte si intravede una nuova possibile soluzione per quei (almeno) tre milioni di italiani che soffrono di disfunzione erettile.
La forma lieve o moderata del disturbo potrebbe infatti presto essere curata con le onde d’urto: in maniera meno invasiva, indolore e con effetti collaterali pressoché assenti. La notizia è emersa nel corso del congresso della Società Italiana di Andrologia, in prima linea nello studio che ha finora visto arruolati cento pazienti.
Obiettivo? Verificare l’efficacia dell’approccio. La ricerca è tuttora in corso, ma l’uso del trattamento s’è rivelato efficace in sette pazienti su dieci. Nel loro caso il ritorno a una vita sessuale normale è stato possibile senza il ricorso ai farmaci, che rimangono invece per il momento privi di alternativa per le forme più gravi del disturbo.
Verso una soluzione definitiva?
I pazienti, di età compresa tra 18 e 65 anni, sono stati sottoposti in media a sei sedute di onde d’urto con tremila colpi a basso voltaggio, quindi se ne è valutato l’effetto con la diagnostica per immagini (ecocolordoppler penieno), oltre che valutando le risposte a un questionario sull’attività sessuale.
«I dati di follow-up a sei mesi sono molto promettenti - spiega Alessandro Palmieri, docente di urologia all’Università Federico II di Napoli e presidente della Società Italiana di Andrologia -. La terapia, a differenza di quella farmacologica (a base di inibitori della fosfodiesterasi 5, ndr) che permette di rimediare al disturbo in prossimità di un rapporto (sintomatica), appare in grado di ristabilire il meccanismo dell’erezione, consentendo il ritorno a una sessualità naturale: senza necessità di programmazione dei rapporti.
Si tratta però di una tecnica ancora emergente, per questo occorreranno altri dati derivanti da studi multicentrici per definire gli effetti del trattamento nel lungo periodo».
Le potenzialità delle onde d’urto
La tecnologia delle onde d’urto è stata sviluppata in Israele alcuni anni fa ed è una terapia fisica utilizzata già in altri distretti corporei: per esempio per il trattamento della calcolosi renale o come terapia antalgica.
«Le onde d’urto sono onde acustiche ad alta energia che, in questo caso, vengono applicate sul pene in sedute che durano circa dieci minuti e che vanno ripetute per un totale di sei trattamenti complessivi - afferma Nicola Mondaini, andrologo all’ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze -. La terapia fisica viene così portata esattamente dove serve e agisce stimolando la circolazione all’interno del pene, stimolando la crescita graduale di nuovi vasi sanguigni e restituendo al paziente l’erezione spontanea. Il trattamento non comporta rischi, dolore o effetti collaterali e ha effetti positivi anche sul dolore cronico delle patologie del pavimento pelvico».
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