Giuseppe Gaetano per "www.corriere.it"
Voleva raggiungere l’Inghilterra dall’Africa, nascondendosi nel vano carrello di un aereo della Kenya Airways in volo da Nairobi a Londra, ma il tentativo di cominciare una nuova vita nel Regno Unito è finito in modo atroce proprio quando era ormai giunto: precipitando dal velivolo durante la fase di atterraggio, a oltre un chilometro di altezza dal suolo, dopo 9 ore di viaggio ai limiti dell’umano.
Molto probabilmente il migrante, che deve essere ancora identificato, è morto di freddo alle temperature toccate in cielo durante la tratta, che superano anche i 70 gradi sottozero. La vicenda è stata riferita da Scotland Yard dopo il ritrovamento del cadavere nel giardino di una casa in Offerton Road a Clapham, a sud della capitale inglese, lungo il tragitto che percorrono gli aerei in arrivo all’aeroporto di Heathrow.
«E' arrivato a terra intatto, con i vestiti ancora addosso, era un unico blocco di ghiaccio» riferisce un investigatore. Il corpo è piombato dal cielo a un metro di distanza dal proprietario dell'abitazione, sconvolto dall'episodio: «Lo schianto è stato tremendo, se mi avesse centrato non sarei sopravvissuto» dichiara ai media locali.
Nel sottopancia dell’aereo è stata poi ritrovata una borsa dell'uomo con dei viveri: scorte d’acqua e cibo, che avrebbero dovuto aiutarlo a sopravvivere nei primi giorni della sua nuova esistenza.
Casi analoghi sono stati già registrati purtroppo dall’aviazione civile in giro per il mondo: nel 2015 un sudafricano finì in un negozio a Richmond, cadendo dal sottopancia di un aereo proveniente da Johannesburg; nel 2012 un 30enne mozambicano nascostosi sempre nel carrello d’un volo passeggeri decollato dall’Angola, precipitò addirittura per strada, in mezzo al traffico della City. Il dramma dell’immigrazione non si consuma solo in mare.
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