UN PAESE DI BAMBOCCIONI - RAPPORTO ISTAT: ASSEDIATI DA DISOCCUPAZIONE E PRECARIETA’, 6 GIOVANI ITALIANI SU 10 COSTRETTI A VIVERE CON I GENITORI - CROLLANO LE NASCITE, I MILLENIALS DI CASA NOSTRA SI SPOSANO TARDI E INTANTO SOGNANO DI TRASFERIRSI ALL’ESTERO PER SOPRAVVIVERE - - -

I numeri dell’Istat confermano la denatalità: il figlio unico resta sovrano - I dati sulla povertà dei minori sono drammatici. Il tasso di “povertà relativa” era dell’11% nel 2011, è salito al 19% nel 2014. Cosa vuol dire? Significa che questi bambini mangiano male, hanno i denti malati, non fanno sport, e sono gli ultimi a scuola. Sono i nuovi “esclusi”...

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TANGUY TANGUY

Maria Novella De Luca per “la Repubblica”

 

Troppo figli e poco adulti. Drammaticamente “neet”. Assediati da disoccupazione e povertà. Precari e senza casa. Però, anche, cosmopoliti, colti, pronti a viaggiare, refrattari al matrimonio ma non certo all’amore, surfisti del mondo delle Reti, distanti dalla politica ma non dalla solidarietà.

 

L’Istat racconta quanto è difficile essere giovani oggi in Italia per i figli dell’euro e dell’Erasmus, coppie ma non famiglie (ci si sposa a 34 anni) con la voglia di essere genitori ma senza il coraggio di diventarlo. Prime generazioni con un’istruzione universitaria di massa, eppure a tre anni dalla laurea soltanto il 72% ha un lavoro e quasi sempre precario.

 

E dunque disposti, nel 42% dei casi, ad emigrare all’estero come i loro bisnonni pur di sopravvivere. È qui, nella descrizione dei Millennials e della “Generazione delle Reti”, i ventenni e i trentenni, il cuore del nuovo Rapporto Istat, a novant’anni dalla nascita dell’istituto di statistica.

BAMBOCCIONI AMERICANI BAMBOCCIONI AMERICANI

 

Una storia in cifre “condensata” in sei generazioni, a partire dal 1926, da quella definita della Ricostruzione, e poi dell’Impegno, dell’Identità, della Transizione, del Millennio e delle Reti. Novant’anni attraverso, anche, quattro simboliche storie al femminile, da Maria, classe 1926, a Giulia, venuta al mondo nel 2015.

 

BAMBOCCIONI BAMBOCCIONI

In mezzo la guerra, il baby boom, il benessere, e poi la crisi, che le ultime generazioni stanno vivendo sulla loro pelle. E se la storia d’Italia viene declinata al femminile, le donne però continuano a guadagnare meno degli uomini, (l’occupazione è al 47%) e su di loro pesa, quasi totalmente. il “lavoro di cura”.

 

Questo nonostante le ragazze Millennials e le ragazze delle Reti abbiano un grado di istruzione mai raggiunto prima, con votazioni assai più alte dei loro coetanei, e siano le prime a gareggiare con i maschi nelle professioni scientifiche.

CROLLO NASCITE CROLLO NASCITE

 

Del resto, sottolinea l’Istat, la laurea si conferma un paracadute, sia sul fronte del lavoro che della speranza di vita. Se infatti tra i laureati il calo del tasso di occupazione è stato meno grave rispetto a quanto accaduto ai diplomati, le cifre sottolineano che chi studia vive più a lungo.

 

GIOVANI ITALIANI IN FUGA GIOVANI ITALIANI IN FUGA

Perché istruzione vuol dire, anche, prendersi cura di sé. I numeri confermano la denatalità, il figlio unico resta sovrano. Eppure nonostante i bambini siano sempre di meno nel nostro paese, i dati sulla povertà dei minori sono drammatici. Il tasso di “povertà relativa” era dell’11% nel 2011, è salito al 19% nel 2014. Cosa vuol dire? Significa che questi bambini mangiano male, hanno i denti malati, non fanno sport, e sono gli ultimi a scuola. Sono, insomma, i nuovi “esclusi”.

 

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