TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO
Massimo Sanvito per “Libero quotidiano”
C' è il ragazzo schizofrenico che urla frasi sconnesse in preda alle allucinazioni. Si sveglia tutto il condominio per il gran baccano, ma i suoi genitori - che ne hanno passate di cotte e di crude - sanno come muoversi rapidamente in queste circostanze. Chiamano lo psichiatra che da anni segue il figlio e aspettano che il sindaco emani l' ordinanza di trattamento sanitario obbligatorio (Tso).
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C' è anche il tossicodipendente con problemi psichici che esce di testa perché in crisi d' astinenza. Cerca la droga in ogni cassetto, sbraita, delira. Rischia di diventare violento con chiunque gli capiti a tiro e l' unica soluzione diventa il ricovero coatto. Poi c' è anche la ragazzina che convive da tempo con gravi disturbi dell' umore e decide di farla finita. Minaccia il suicidio, non vuole parlare con nessuno e si rifiuta pure di bere e mangiare. Viene caricata sull' ambulanza e portata in ospedale: la famiglia, nonostante la situazione complicata, può tirare un sospiro di sollievo.
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REGIONE PER REGIONE
I "matti da legare", in Italia, diminuiscono anno dopo anno, ma restano comunque tanti. Stando ai dati del ministero della Salute, nel 2017 (ultimo dato disponibile) sono state 8.476 le persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio. In cima al podio delle regioni col più alto numero di ricoveri c' è la Sicilia (1.264), seguita dalla Lombardia (1.011) e dall' Emilia-Romagna (950). A parte le province autonome di Trento e Bolzano e le regioni più piccole, Liguria e Toscana sono quelle che fanno registrare meno casi: rispettivamente 226 e 230.
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Certo, nel 2010 i ricoveri furono 10.812 e il calo è evidente. Ma ciò non significa che le patologie mentali siano destinate a scomparire, semplicemente col passare degli anni i territori riescono a prevenire le situazioni più urgenti e soprattutto si tende a ricorrere sempre meno al Tso. Ovviamente questo è positivo perché significa che i pazienti psichiatrici sono più seguiti e quindi meno soggetti a complicazioni. Ma non sempre è così.
GLI SVANTAGGI
«La tendenza a ricorrere sempre meno ai trattamenti può anche presentare degli svantaggi. Spesso si rischia di non intervenire in casi gravi che in seguito, dopo 10/15 giorni, presentano dei peggioramenti. I recenti tragici episodi hanno spinto gli psichiatri a essere più attenti, mentre in passato si applicava il Tso più facilmente perché era visto come una sorta di garanzia per il paziente», spiega Enrico Zalanda, presidente della Società Italiana di Psichiatria e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Asl Torino 3.
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Ma come funziona il trattamento sanitario obbligatorio?
La legge del '78 prevede innanzitutto che ci sia una condizione patologica grave che richieda un intervento urgente e che questo venga rifiutato dal paziente. E se non ci sono altre possibilità terapeutiche, allora si ricorre al ricovero coatto in ospedale contro la sua volontà. Sono necessarie due certificazioni mediche, la prima di un dottore qualsiasi e la seconda di convalida generalmente di uno psichiatra dell' Asl. Poi tocca al sindaco firmare l' ordinanza per il via libera al trattamento sanitario.
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I "matti" vengono quindi portati nei reparti di psichiatria e lì ci rimangono - senza poter uscire - per sette giorni, a meno che sia necessario prolungare il Tso con un nuovo provvedimento del primo cittadino o che il paziente vada dimesso in anticipo.
«Principalmente si tratta di persone di sesso maschile, dal punto di vista psicopatologico facilmente maniacali, con scompensi psicotici e che associano sostanze stupefacenti ai problemi psichici. In ospedale si procede con la diagnosi e parte la terapia.
Se il paziente è agitato viene sedato e in casi estremi è necessario anche l' intervento dell' anestesista per la somministrazione dei farmaci. Una volta che torna in grado di relazionarsi con gli altri, si parla, ci si confronta e si comincia a capire il perché dell' intervento», spiega ancora il professor Zalanda.
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EPISODI TRAGICI
Nel corso degli anni non sono mancati episodi tragici e controversi. I rischi, inutile negarlo, esistono. Soprattutto quando si deve ricorrere alla forza per caricare in ambulanza persone in condizioni di salute non ottimali che non ne vogliono minimamente sapere di farsi curare. Spesso intervengono le forze dell' ordine e può capitare che qualcosa che vada storto, anche se - è bene sottolinearlo - si tratta della stragrande minoranza dei casi.
Nel maggio del 2018, tre agenti della Polizia Municipale di Torino e uno psichiatra sono stati condannati a un anno e otto mesi di carcere per la morte di Andrea Soldi in seguito a un trattamento sanitario obbligatorio. Fu stretto al petto e ammanettato su una barella a pancia in giù nonostante fosse sovrappeso e non riuscisse a respirare bene. All' ospedale Sant' Arsenio di Polla (Salerno), invece, si trattò unicamente di malpratice medica: troppi i neurolettici somministrati a Massimiliano Scalzone che morì dopo dodici giorni di ricovero.